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18/09/2024 15:00:00

 Adottata la foce del fiume Belice: WWF e Rotary rafforzano la collaborazione

Il legame tra WWF e Rotary si consolida ulteriormente con l’adozione della foce del fiume Belice. Dopo aver già adottato la foce del fiume Platani qualche settimana fa, il Rotary, insieme ai suoi gruppi giovanili Rotaract e Interact, ha esteso il proprio impegno ambientale con una manifestazione nella Riserva Naturale Orientata Foce del Fiume Belice.

L’iniziativa si inserisce nei progetti Adopt a Beach del WWF e Adotta l’Oro Blu del Rotary, entrambi volti alla protezione e valorizzazione delle aree costiere e delle risorse idriche. Anche in questo caso, le attività si sono concretizzate attraverso una giornata di trekking, monitoraggio ambientale e raccolta selettiva dei rifiuti lungo la costa, coinvolgendo con entusiasmo i partecipanti.

L’evento ha visto la partecipazione attiva dei Rotary Club di Menfi, Partanna e Castelvetrano, con il sostegno di Rotaract e Interact, e ha attirato numerosi volontari e rappresentanti locali, tra cui Francesco Messana, ispettore superiore del Corpo Forestale, Paolo Vetrano, guida ambientale escursionistica, e Ignazio Amato, presidente della Lega Navale di Portopalo-Menfi.

Il presidente del WWF Sicilia Area Mediterranea, Giuseppe Mazzotta, presente all’iniziativa, ha sottolineato l'importanza della sinergia tra le diverse realtà associative: "Auspichiamo un ulteriore processo collaborativo con tutte le associazioni di volontariato che, facendo rete, amplificano le proprie forze".

L'iniziativa, oltre a rappresentare un importante gesto di tutela ambientale, rafforza il messaggio di un impegno collettivo per la salvaguardia del patrimonio naturale siciliano.

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Al via sabato a Palermo la campagna dell’Autorità di bacino per liberare sei fiumi siciliani dalle plastiche - Al via sabato 21 settembre, alle 9,30, in piazza Verdi a Palermo la campagna “Liberiamoci dalla plastica” promossa dall'Autorità di bacino della Presidenza della Regione Siciliana. L'iniziativa è finanziata dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica grazie alla “Legge Salvamare”.

In totale sono disponibili 860 mila euro in tre anni per realizzare una rete di “trappole” per la cattura della plastica presente nei fiumi, in modo da non inquinare i mari ed evitare che le pericolose microplastiche, attraverso la fauna ittica, raggiungano anche la catena alimentare.

La manifestazione di sabato vedrà la partecipazione delle 15 associazioni di volontariato che organizzeranno delle giornate di raccolta e ripuliranno i fiumi più vulnerabili della Sicilia. In particolare, i corsi d’acqua più “sensibili”, individuati dai tecnici dell’Autorità distrettuale della Sicilia, sono quelli le cui foci sono sedi di aree di tutela ambientale: il Platani (territorio di Ribera nell’Agrigentino), il Simeto (Catania), l’Ippari (Vittoria, nel Ragusano), il Dirillo (Acate, nel Ragusano), l’Irmino (Scicli, nel Ragusano) e il Belice (Castelvetrano, nel Trapanese). Coinvolte anche alcune scolaresche con l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti sul tema della rimozione delle plastiche da fiumi e mari. Nello stesso giorno, i sei comuni beneficiari delle somme sottoscriveranno le convenzioni che faranno partire la campagna.

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Nel distretto idrografico della Sicilia, la Salvamare è già entrata nel vivo. Il 21 settembre si tiene a Palermo, a Piazza Verdi la giornata di lancio della campagna Liberiamoci dalle plastiche promossa dall'Autorità di Bacino distrettuale dell'Isola. "Alla presenza delle 15 associazioni di volontariato che si sono impegnate a 
ripulire  i fiumi più vulnerabili della Sicilia,  verranno avviate le giornate di raccolta -  dichiara Leonardo Santoro, segretario generale dell'Autorità di Bacino - nello stesso giorno, i 6 comuni beneficiari delle somme per la costruzione delle trappole antiplastica, sottoscriverlo le convenzioni,  dando inizio anche questa
preziosa iniziativa. La presenza delle scuole contribuirà all'animazione e sensibilizzazione dei ragazzi, al tema della rimozione delle plastiche da fiumi e mari"
Tonnellate di rifiuti nei fiumi italiani malgrado i fondi stanziati per la raccolta e arriva la denuncia di Marevivo nell’applicazione del decreto attuativo della "Legge Salvamare”

La situazione è allarmante. I fiumi italiani sono diventati corsie privilegiate di tonnellate di rifiuti che confluiscono direttamente nel mare e gli interventi previsti dalla “Legge Salvamare” per arginare il problema rimangono in standby, in attesa di bandi mai emanati. La legge n. 60 del 2022 all’articolo 6 prevede, infatti, lo stanziamento di una somma di quasi 6 milioni di euro, ripartiti in tre annualità (2024, 2025, 2026), da destinare ai sette distretti idrografici italiani per la raccolta dei rifiuti galleggianti dai fiumi, ma nulla finora è stato realmente fatto. Questo ha il sapore della beffa visto che si tratta dell’unico decreto
attuativo emanato della “Legge Salvamare”, fortemente voluta da Marevivo.

I fondi, dunque, galleggiano nella totale inerzia della burocrazia, insieme con i cumuli di plastica e rifiuti che continuano a scorrere indisturbati nei fiumi d’Italia senza che nessuno muova un dito per arrestarne l’avanzata verso il mare. Ad oggi, denuncia la Fondazione Marevivo, in mancanza dei bandi, tutto tace. I nostri fiumi sono sempre più inquinati e ci si chiede il perché, considerato che gli interventi strutturali previsti dovrebbero essere realizzati entro il termine ultimo del 2026.
Il decreto, tra l’altro, prevede che le Autorità di bacino distrettuali inviino al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, entro il mese di settembre di ogni anno, una relazione annuale sullo stato di attuazione degli interventi in cui siano riportati gli avanzamenti della spesa effettiva sostenuta e delle opere
realizzate, nonché delle attività previste nel programma. E cosa ancora più grave: “In caso di mancato avanzamento annuale sull’impiego delle risorse economiche e sull’attuazione degli interventi e attività previste nel programma pari ad almeno il 70% delle risorse stanziate per ogni annualità, l’erogazione
delle risorse economiche delle annualità successive è revocata”.

La legge Salvamare, purtroppo, non ha ancora trovato attuazione nel Lazio, dove sia il Tevere che l’Aniene sono in attesa degli sbarramenti previsti. Di recente, oltretutto, è stata rimossa la barriera acchiapparifiuti installata sull’Aniene dalla Regione Lazio nell’ambito di un altro piano regionale e, in attesa dell’avvio della
nuova procedura di appalto, anche questo esempio virtuoso, che negli anni ha consentito di raccogliere tonnellate di rifiuti, è venuto a mancare in un momento stagionale critico che risente dell’effetto dei cambiamenti climatici ed esaspera normali fenomeni temporaleschi trasformandoli in eventi estremi.

“Gli ottimi risultati di questi anni confermano la nostra volontà di proseguire sul cammino intrapreso e ripristinare al più presto lo sbarramento sull’Aniene per contribuire a ridurre l’inquinamento ambientale” fa sapere Fabrizio Ghera, Assessore Mobilità, Trasporti, Tutela del Territorio, Ciclo dei rifiuti, Demanio e
Patrimonio della Regione Lazio. “Pochi giorni fa - dichiara il Segretario Generale di Marevivo, Raffaella Giugni - dalla sede di Marevivo sul Tevere si assisteva alla scena surreale dello scorrere di frigoriferi, cassettiere, pneumatici e lavatrici lungo le acque del fiume, a dimostrazione dell’urgenza non più prorogabile di installare al più presto ulteriori barriere, in vista della stagione invernale e dell’intensificarsi delle piogge che porterà sempre più rifiuti nei corsi d’acqua”.