Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
20/09/2024 18:00:00

Protocollo di legalità per i lavori del collegamento tra la Statale 119 di Gibellina e la Settentrionale Sicula

Si è tenuta questa mattina presso la Prefettura di Trapani una riunione importante per il futuro della viabilità siciliana. Al centro dell’incontro, la realizzazione di un nuovo collegamento stradale tra la Strada Statale 119 di Gibellina e la Strada Statale 113 Settentrionale Sicula, un'opera attesa e di grande rilievo per il territorio. Ma l’incontro non è stato solo tecnico: al tavolo, presieduto dal Prefetto Daniela Lupo, si è discusso di come garantire la legalità e la sicurezza durante l’esecuzione dei lavori, attraverso un protocollo mirato a contrastare le infiltrazioni mafiose.

L'incontro ha visto la partecipazione dei principali attori del progetto: il Gruppo Interforze Antimafia (G.I.A.), il Comandante del Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Trapani, rappresentanti di ANAS (Gruppo FS Italiane) e delle organizzazioni sindacali FILLEA-CGIL, FILCA-CISL e FENEAL-UIL. Questo gruppo, definito "cabina di regia", è stato creato per monitorare da vicino l'avanzamento dei lavori e prevenire qualsiasi tentativo di infiltrazione della criminalità organizzata, un rischio purtroppo sempre presente nei grandi appalti.

Il progetto, che prevede un investimento di circa 43 milioni di euro, porterà alla costruzione di una variante esterna all’abitato di Alcamo, con l’obiettivo di migliorare la connessione tra la Sicilia occidentale e settentrionale. Tuttavia, accanto agli aspetti infrastrutturali, è stato sottolineato con forza l’importanza di un monitoraggio costante per garantire la trasparenza e la legalità dei lavori. Il protocollo di legalità, firmato nel gennaio 2024, prevede una stretta collaborazione tra ANAS, le forze dell’ordine, l’Ispettorato del Lavoro e i sindacati, tutti impegnati a vigilare sulla regolarità dei cantieri e dei flussi di manodopera.

Durante la riunione, ANAS ha fornito un aggiornamento dettagliato sullo stato dei lavori. Dopo aver completato le attività preliminari, tra cui il monitoraggio ambientale e la bonifica degli ordigni bellici, si è passati alla fase di allestimento dei cantieri. La conclusione dei lavori è prevista per aprile 2026.

Uno degli aspetti chiave emersi dall’incontro è l’importanza della prevenzione. Il protocollo firmato a gennaio non si limita a vigilare su eventuali infiltrazioni mafiose, ma punta anche a garantire la sicurezza nei cantieri, con controlli serrati sul rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro e sulla regolarità delle assunzioni.

Insomma, il progetto non rappresenta solo un passo avanti per le infrastrutture locali, ma anche un banco di prova per l’impegno congiunto delle istituzioni e della società civile nel garantire un territorio più sicuro e trasparente.

I lavori sono ufficialmente partiti: ora occhi puntati sulla loro evoluzione, con la certezza che saranno svolti nel pieno rispetto delle regole e della legalità.