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26/10/2024 07:55:00

I due anni del governo Meloni

 Nei giorni scorsi il governo di Giorgia Meloni ha compiuto due anni. La sua nascita ha avuto una doppia rilevanza storica: per la prima volta, infatti, a guidare l’esecutivo è una donna, e il partito di maggioranza relativa, il suo, è l’erede diretto dell’ex Partito Nazionale Fascista. Dopo ventiquattro mesi si può affermare che la Presidente del Consiglio dei ministri è una persona di carattere, energica e dotata di capacità di leadership.

Era il 28 dicembre 2012 quando nacque Fratelli d’Italia. In quasi dieci anni ci si aspettava una classe dirigente pronta a guidare la nazione; invece, dopo di lei c’è un vuoto quasi assoluto. A Palazzo Chigi, Meloni ha però condotto una squadra di 27 tra ministri (9), viceministri (4) e sottosegretari (14). Le cronache hanno parlato a lungo delle proposte dei ministri Lollobrigida e Santanchè. Di altri tre si ricordano alcune dichiarazioni singolari: Musumeci, alla Protezione Civile, ha detto “Chi ha scelto casa ai Campi Flegrei sapeva i rischi”; Nordio, ministro della Giustizia, ha dichiarato che “i mafiosi non parlano al telefono”; Eugenia Maria Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, ha affermato: “Purtroppo l’aborto è una libertà della donna”.

La Presidente Meloni ha scelto come miglior ministro Raffaele Fitto, nominandolo vicepresidente esecutivo dell’Unione Europea. In ambito economico, il governo rivendica il provvedimento che ha reso strutturale il taglio del cuneo fiscale e delle aliquote Irpef, l’incremento dell’occupazione, quello del PIL e la riduzione dell’arrivo di migranti. Questi sono, assumendo per buona la veridicità dei dati diffusi, i successi raggiunti. Di contro, sono stati introdotti 47 nuovi reati; il primo, quello sui rave-party, ha portato a 50 indagati, ma solo su 8 è stata richiesta l’archiviazione. L’ultimo reato introdotto riguarda la maternità surrogata, ora considerata universale, mentre Meloni ha chiesto di essere premiata da Elon Musk, che ha avuto due figli con questo metodo: una richiesta che appare incoerente.

Sempre in tema di Giustizia, è stato abolito il reato di abuso d’ufficio, mentre la cosiddetta “norma bavaglio” ora impedisce la pubblicazione integrale o parziale del testo dell’ordinanza di custodia cautelare fino al termine dell’udienza preliminare; prima, non esistevano restrizioni simili. Per quanto riguarda l’Autonomia differenziata, questa rischia di aumentare sensibilmente il divario socio-economico tra Nord e Sud. In ambito sanitario, rispetto al 2022, la spesa per la sanità è scesa dal 6,7% al 6,3% del PIL, con una riduzione di 555 milioni di euro in termini assoluti. L’aumento dello 0,1% previsto per quest’anno è stato utilizzato quasi interamente per il rinnovo contrattuale del personale sanitario. In risposta al calo demografico, la riduzione dell’IVA sui prodotti per la prima infanzia è stata inizialmente introdotta, ma poi il governo ha fatto marcia indietro.

Un altro tema rilevante è il frequente ricorso alla decretazione d’urgenza, con 66 voti di fiducia ottenuti in due anni. Vedremo cosa ci riserverà il prossimo triennio, a partire dalla manovra di bilancio per il 2025.

Vittorio Alfieri