Il Tribunale del Riesame ha rigettato l'appello della Procura di Marsala che mirava a stabilire il divieto di dimora per alcuni dei consiglieri comunali coinvolti nell'inchiesta sulla gestione dei fondi per la formazione professionale. A comunicarlo è stato l'avvocato Andrea Pellegrino, legale difensore di Vanessa Titone, una delle principali indagate.
Inizialmente, la Procura aveva chiesto per Vanessa Titone il divieto di dimora a Marsala. Il Giudice per le Indagini Preliminari (Gip) aveva successivamente modificato il provvedimento in obbligo di dimora, una misura meno restrittiva.
La Procura di Marsala ha presentato appello contro la decisione del Gip, chiedendo il ripristino del divieto di dimora. Tuttavia, il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso, confermando la misura dell’obbligo di dimora precedentemente disposta dal Gip. Questa differenza è significativa: mentre il divieto di dimora può comportare la sospensione dalla carica, l’obbligo di dimora consente ai consiglieri comunali di continuare a esercitare le loro funzioni.
Sempre il tribunale, circa le posizioni degli altri due indagati, Pino Ferrantelli e Michele Accardi, per i quali era stata revocato l'iniziale obbligo di dimora, ha dichiarato inammissibile l'appello del Pm.