Giancarlo Commare, oggi attore di cinema e tv amatissimo dalle nuove generazioni, circa quindici anni fa sedeva tra le file dell’Aula Magna del Liceo Classico Giovanni Pantaleo di Castelvetrano e si scocciava, perché la scuola gli imponeva conferenze di un certo calibro ma lui, con la testa, era altrove. Chi scrive questo articolo se lo ricorda bene, perché seduta lì vicino si scocciava con lui.
Anni di liceo riconducibili a un’altra epoca, che non conoscevano sensibilità – almeno non come quella di adesso –, che sono stati durissimi. Fino a poco prima della maturità Giancarlo Commare era a scuola, come molti di noi, un povero sognatore illuso. Uno che doveva studiare e basta, perché era indegno dare spazio alle passioni («Leggi libri, Commare? Pensa a venire interrogato piuttosto»).
Pochi giorni fa però Giancarlo Commare è tornato al Liceo Classico di Castelvetrano, dentro quella stessa Aula Magna, e questa volta come ospite. L’incontro, organizzato dal Rotary Club Castelvetrano Valle del Belice in occasione dell’uscita del film Eterno Visionario, potrebbe definirsi un evento ma in senso ampio, il punto di svolta di un nuovo capitolo nella storia del Giovanni Pantaleo. Commare è stato accolto come un divo da adolescenti che hanno chiesto foto e autografi, e con affetto dai suoi ex professori pronti, stavolta, a riconoscerne il merito.
Davanti a una schiera di studenti liceali, il racconto su Commare non ha avuto sbavature: la passione, che in adolescenza lo aveva allontanato dai libri di scuola spingendolo sul palco, è stata finalmente motivo di elogio. E pure la sua emotività, emersa attraverso le domande dei ragazzi – i primi a voler indagare a fondo, mostrando una profondità che forse adesso si coltiva proprio in classe. «Come affronti le tue paure prima di iniziare un progetto?» chiede qualcuno. «Anche tu hai pensato con ansia al futuro?», un altro. Non i film, non la fama: a interessare di più i liceali è stato il percorso verso un obiettivo, e l’equilibrio fragile tra impegno e vulnerabilità di cui oggi si ha piena consapevolezza.
«I ragazzi sono cambiati» sottolinea una docente nel corso dell’incontro, «hanno un’altra sensibilità». Ma siamo cambiati noi, è cambiato il mondo, e anche la scuola per fortuna. Che ora prova a riconoscere le peculiarità di ognuno, mettendo da parte il giudizio.
Quello che doveva essere un semplice incontro con “l’attore famoso” si è rivelato, infine, qualcosa di più: una giornata di orientamento alla vita. Giancarlo ha spiegato ai ragazzi cosa significa davvero inseguire un sogno, anche quando sembra assurdo e lontano. Ha parlato di sacrifici, di costanza, di tutte quelle cose che non si vedono ma che stanno dietro a ogni buon risultato. E ha condiviso la sua storia, senza giri di parole: il frigo vuoto dei primi tempi, la prima notte a Roma passata a dormire sui gradini della chiesa di Piazza Navona… Non per spaventare, mai, ma per ricordare che la strada verso ogni obiettivo si percorre con coraggio, pur avendo paura. E che c’è posto per passioni e sogni nella vita di ognuno, nonostante la società (o i professori, com’è accaduto a lui in passato) ci dicano il contrario.
Gli studenti hanno accolto ogni parola, ascoltando in silenzio. Perché in fin dei conti il messaggio era concreto, universale: per raggiungere qualsiasi proposito bisogna resistere.