Il 29enne marsalese Giuseppe Rallo è stato condannato a 5 anni e 2 mesi di carcere per lesioni personali gravi e appropriazione indebita. Giudicato con rito abbreviato (quindi, con sconto di pena di un terzo su quanto previsto dalla legge), ad emettere la sentenza è stato il gup del Tribunale di Marsala Sara Quittino.
Nella tarda serata del 16 luglio 2023, alla periferia della città, lungo una strada che collega via Favara a via Salemi, Rallo investì con la sua auto (secondo la parte civile, volontariamente) l’ex compagna (L.F., di 24 anni) mentre la giovane procedeva su un monopattino.
Inizialmente accusato di tentato omicidio, Rallo è stato condannato per lesioni personali gravi. “Alla luce di sofismi giuridici della Corte di Cassazione – ha spiegato il legale di parte civile, avvocato Vincenzo Forti – il pubblico ministero ha dovuto chiedere la derubricazione del reato di tentato omicidio in lesioni personali gravi”. In giugno, il pm Paolo Bianchi aveva chiesto al giudice la nomina di un perito per accertare l’elemento psicologico del reato più grave, per accertare, in sostanza, se il Rallo aveva l’intenzione di investire l’ex compagna. Una richiesta avanzata per sgombrare il campo da ogni incertezza dopo che la difesa (avvocato Pasquale Massimiliano Tranchida) aveva fatto ricorso prima al Tribunale del Riesame e poi anche in Cassazione per tentare di derubricare il reato di tentato omicidio in lesioni personali gravi o gravissime. Alla fine, quindi, riuscendovi. Nell’impatto, la ragazza riportò fratture scomposte ad una gamba e al bacino, nonché una lesione ad uno dei reni. Qualche mese prima, la giovane aveva lasciato l’abitazione con cui viveva con il compagno, dal quale ha avuto due figli, perché, pare, stanca dei continui maltrattamenti. Dopo la denuncia presentata ai carabinieri, Rallo è stato arrestato e rinchiuso in carcere. Secondo l’accusa, inoltre, il giovane si sarebbe anche appropriato dello scooter all’ex compagna. Processato con rito abbreviato, per lui il pm Roberto Piscitello aveva chiesto la condanna a cinque anni e mezzo. L’imputato è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali e al risarcimento danni, da quantificare in sede civile, all’ex compagna, che si è costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Forti. E rappresentata dall’avvocatessa Roberta Anselmi, nel processo si è costituita parte civile anche l’associazione “Casa di Venere”.