Si è conclusa dinanzi al Gup del Tribunale di Trapani, giudice Caruso, la parte preliminare dell’inchiesta Aspide, che ha portato alla luce un sistema di corruzione e “inciuci” all’interno dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani. L’indagine, avviata dalla Procura, ha visto le prime sentenze emesse con rito abbreviato e patteggiamenti.
Le condanneLa pena più severa è stata inflitta all’ex dirigente Antonio Sparaco, condannato a 4 anni e 4 mesi per corruzione, mentre è stato assolto dagli altri reati contestati, tra cui la truffa.
Per Anna Lisa Bianco, attuale presidente del Consiglio comunale di Trapani, è arrivata una condanna a 2 anni e 8 mesi per corruzione, stessa pena inflitta ad Angela Cruciata.
Hanno patteggiato:
È stata rinviata la decisione per l’ex direttore sanitario Gioacchino Oddo, che dovrebbe patteggiare una condanna a 2 anni e 9 mesi.
Rinvio a giudizio invece per l’ex manager dell’Asp Fabio Damiani e per l’ingegnere Antonella Federico, con prima udienza fissata per il 12 marzo.
Rinvio a giudizio anche per una donna coinvolta in una vicenda collegata all’ex direttore sanitario Oddo, che avrebbe accettato una richiesta di natura sessuale per ottenere il rilascio di una patente. Per lei la prima udienza è fissata per il 5 febbraio.
Esce dal procedimento con la formula “non luogo a procedere per non aver commesso il fatto” il medico Renato Candura.
Altri indagati erano già usciti dall’inchiesta con il patteggiamento, come la dirigente Asp Maria Pia Messina e il medico Alberto Adragna.
Hanno invece optato per la messa alla prova Carlo e Gaspare Gianformaggio, padre e figlio, con quest’ultimo attualmente consigliere comunale a Trapani.
L’indagine ha sollevato un velo su gravi episodi di corruzione all’interno dell’Asp di Trapani, con fondi pubblici gestiti in maniera opaca e scambi di favori che coinvolgevano dirigenti, medici e funzionari, con un gran giro di orecchini e gamberoni. Le sentenze di primo grado rappresentano un primo tassello nell’accertamento delle responsabilità penali e aprono la strada a nuovi sviluppi processuali per i rinviati a giudizio.