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30/12/2024 06:00:00

 Il 2024 della politica italiana: duelli, cambiamenti e partiti alla ricerca di un’identità

Il 2024 è stato l’anno dei cambiamenti in politica, un anno in cui molti partiti hanno cristallizzato la loro posizione, altri la devono reinventare nel 2025. Le elezioni europee hanno marginalizzato i partiti piccoli, da Azione ad Italia Viva, e polarizzato la politica. In questi mesi poi la lite interna al Movimento Cinque Stelle ha portato all’estromissione di Beppe Grillo.

Duello Grillo-Conte
L’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha portato il Movimento dall’area populista a quello di una vera e propria struttura di partito.
L’estromissione di Beppe Grillo, da figura di garante del Movimento, ha messo fine alla guerra interna e portato il Movimento ad una ricostruzione politica. La difficoltà è quella adesso di decidere che tipo di alleanze fare. Il 2025 vedrà alla prova Conte con le convergenze in vista delle elezioni regionali che ci saranno a cominciare dalla Campania.

Il dietro le quinte dei partiti di centrodestra
La famiglia Berlusconi, con PierSilvio e Marina, continua a sostenere economicamente il partito di Forza Italia, fondato dal padre Silvio. Ne restano esterni ma pesano le loro idee sulle decisioni interne, spazio ai diritti e niente estremismi, è questo quello che hanno chiesto al segretario nazionale, Antonio Tajani. Marina ha un rapporto diretto poi con la Premier Giorgia Meloni, che continua nonostante qualcuno abbia parlato di dissapori e distanze.
C’è un’altra Meloni che sostiene la Premier, organizza gli eventi del partito, risolve problemi, osserva e tiene tutto sotto controllo. E’ Arianna Meloni, responsabile della segreteria di Fratelli d’Italia. Di lei si parla poco ma è punto fermo e perno dei meloniani.

Alla ricerca del Centro...
Matteo Renzi ci prova dal 2018, cerca di smarcarsi dalla sinistra per creare quel centro di cui c’è bisogno ma che non nasce. I moderati votano FI, in Sicilia poi l’offerta è ancora più varia con la DC di Totò Cuffaro e Noi Moderati di Saverio Romano. Renzi e Carlo Calenda hanno ucciso il Terzo Polo, non possono che convergere verso il centrosinistra, così come dichiarato dal leader di Italia Viva già a luglio. Lo farà? Imprevedibile, ha abituato gli elettori, i pochi rimasti, a carambole varie. Oggi guarda al PD per una alleanza, ma i dem guardano Renzi con diffidenza.
Il centro non decolla perché l’elettore non comprende quali idee ci sono alla base, da Azione ad Italia Viva le idee sono quelle scimmiottate a sinistra, qualcuna pure a destra. L’elettore vota l’originale e non un surrogato. Galleggiare sulla propaganda del centro, inteso come contenitore ancora da riempire, non rosicchia spazio e non porta consenso.

Panettone ma non per tutti
I partiti più forti hanno ancora percentuali importanti. Fratelli d’Italia, secondo l’ultimo sondaggio effettuato da SWG, è ferma al 29,1%; il Partito Democratico si attesta al 22,2%; Forza Italia cresce fino al 9,2%; Verdi e Sinistra sono al 6,7%. In crescita la Lega dopo l’assoluzione di Matteo Salvini, il Carroccio si attesta all’8,8%.
Il Movimento 5 Stelle tiene al 10,5%; Noi Moderati Noi Moderati è all’1.2%; il partito di Carlo Calenda, Azione, è al 2.7%, Italia Viva è al 2.4%.
Seguono Più Europa all’1.9%, Pace Terra Dignità di Michele Santoro e Democrazia Sovrana Popolare, entrambi all’1.4%; Sud Chiama Nord, di Cateno De Luca, allo 0.6%.