A Calatafimi, nell'estrema periferia del comune e in un’area sottoposta a vincoli stringenti, sono state scoperte numerose opere abusive. La polizia municipale ha eseguito un sequestro, e il Comune ha già emesso ordinanze di demolizione, segnalando il tutto alla Procura per ulteriori accertamenti. Protagonista della vicenda è una ditta operante nel settore edile.
Il blitz è avvenuto in contrada Affacciatura-Cannizza, dove sono state riscontrate violazioni su terreni rientranti nel piano regolatore generale e soggetti a vincoli paesaggistici, idrogeologici e sismici. Tra gli abusi identificati spiccano: Piazzali ampliati con massi in pietra a secco; Sei prefabbricati in cemento armato; Muri di recinzione; Un box-ufficio di cantiere coibentato.
Le aree interessate, che dovevano essere tutelate, sono state compromesse da interventi incompatibili con le normative. In particolare, una porzione del terreno rientra nella zona “E2”, riservata ad attività agricole e non edificabile. Il legale rappresentante della ditta, ritenuto responsabile degli interventi, ha ricevuto un ultimatum per avviare a proprie spese le opere di demolizione e ripristino dello stato originario. Se ciò non avverrà entro 90 giorni, il Comune interverrà direttamente, rivalendosi economicamente sulla società.
Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di cementificazione illegale, particolarmente grave nella provincia di Trapani. Secondo i dati di ISPRA e ARPA, la Sicilia ha perso circa 608 ettari di suolo agricolo a causa di interventi abusivi, con oltre 1.077 casi registrati nel 2022. Le associazioni ambientaliste sottolineano come queste opere non solo deturpino il paesaggio, ma aggravino anche i rischi idrogeologici e sismici.