Gentile redazione di TP24, vi scrivo perché, dopo anni trascorsi a vivere in questa cittadina, ho realizzato che nulla sembra scalfire il muro di gomma che esiste nella coscienza civica dei cittadini marsalesi e dell'amministrazione locale. Ormai, la sera è impossibile tenere le finestre aperte, anche quando le temperature sfiorano i quaranta gradi. Ogni sera, tranne quando minaccia pioggia, sia in estate che in inverno, ma in particolar modo nel periodo estivo, siamo costretti a respirare esalazioni tossiche provenienti dai roghi di chi, quotidianamente, brucia materiale plastico.
Gli orari normalmente variavano dalla tarda serata fino alle due di notte, ma ultimamente, vista la totale impunità, i roghi iniziano già all'ora di cena. Le famiglie che cenano in veranda sono costrette a rientrare in fretta e furia, chiudendo porte e finestre in attesa che l'ondata di puzza cessi. Queste zaffate di plastica bruciata rimangono in gola e nel naso, provocando bruciore, ma questo è nulla in confronto al fatto che siano cancerogene. In qualunque paese civile, la pubblica amministrazione sarebbe già intervenuta, ma qui no. L'acqua è inquinata dall'uso sistematico di pesticidi, i nitrati sono alle stelle, e poi c'è la diossina quotidiana nell'aria. Come è noto, il tasso di tumori è alto, e non lo dico io, lo dicono i medici che lavorano qui.
Quindici anni fa, con un neonato in culla, iniziai a tempestare di telefonate sia le forze dell'ordine che i vigili del fuoco, ma la risposta era sempre la stessa: "Noi non possiamo farci niente". Centinaia e centinaia di telefonate nel corso di questi anni, da parte di cittadini che, come me, hanno avuto e hanno ancora la forza di lamentarsi, non costituiscono una motivazione sufficiente per agire? "Capisco... ci vorrebbe un esposto, una denuncia..." mi dicevano al telefono. Ma adesso la questione è di dominio pubblico, non c'è marsalese che non sia a conoscenza di questi fatti. Certo, è vero, la stragrande maggioranza dei marsalesi poi se ne frega, trascinati nel turbinio delle loro sfavillanti e appaganti vite mondane; dunque, nessuna associazione scende mai in piazza per reclamare il nostro diritto alla salute. Ma ci sono anche cittadini e cittadine, come me, che vogliono far sentire la propria voce. È ora di dire basta, per noi e per i nostri figli che, volenti o nolenti, vivono in questo territorio così violato e umiliato dalla negligenza di chi ci amministra e, in ugual misura, da quei cittadini che inquinano e deturpano il bene pubblico.
Mi chiedo: chi, se non il sindaco, che è il responsabile della salute pubblica e della salvaguardia dell'ambiente nell'ambito del territorio comunale, ha il dovere sacrosanto di intervenire? Ma quale sindaco lo ha mai fatto? Chiusi in casa con i condizionatori a palla, facendo finta che il problema non ci sia o che lo abbiano risolto. Io, ogni sera, come tanti altri, corro a chiudere le finestre... Noi cittadini potremmo intraprendere un'azione legale contro il sindaco; fior fiori di avvocati orbitano in città, fior fiori di medici, eppure... nulla li tange. Coloro che potrebbero raccogliere consensi, i cosiddetti "professionisti", la Marsala "bene"... soggiacciono ai capricci della classe dirigente, anzi, li assecondano, li lusingano, li corteggiano.
Voi giornalisti, che per questioni forse meno importanti avete sensibilizzato l'opinione pubblica e spinto all'azione chi di dovere, i nostri cari amministratori, i quali, in altre occasioni, si sono affrettati a prendere provvedimenti, se non altro per evitare il pubblico ludibrio, potete venire in aiuto della cittadinanza con il vostro contributo. Aiutateci a fare un passo avanti nella civiltà, per favore.
Alida Bruno