Infatti, pare che ci sia stata tre mesi fa una delibera della Giunta Turano sull'area di Casabianca (dove sono i fanghi) che era pronta per essere adottata e che è stata invece bocciata per uno scontro interno al centrodestra. La delibera riguardava la rescissione del contratto con l’associazione di imprese per realizzare la “colmata di Casabianca”, una volta rimossi i fanghi. Il progetto della colmata di Casabianca a Marsala è del 2005 e porta la firma di Giulia Adamo, che ai tempi era Presidente della Provincia. E a rivelare il retroscena è stato l’ex Assessore Provinciale al Territorio e Ambiente della Provincia, Pipitone, che è stato rimosso dal suo incarico qualche giorno fa (dopo che si è appresa la notizia che è iscritto nel registro degli indagati per l’inchiesta sulle fatture gonfiate alla Belice Ambiente spa). I fatti: secondo Pipitone, la colmata sposterebbe in avanti rispetto alla situazione attuale la fascia di rispetto dei 150 metri dal mare, quella di inedificabilità assoluta. Quindi, spostando in avanti la linea del mare, molti terreni che attualmente sono inedificabili, diventerebbero improvvisamente lottizzabili. E questi terreni apparterebbero a personalità importanti del panorama politico marsalese del centrodestra. Infatti l’assessore Pipitone parla di interessi “personali”. Ed è per questo che quella delibera è stata bloccata. Anche perché, sempre secondo la provincia, c’è una relazione firmata dal dirigente dell’Assessorato al Territorio, Pasquale Calisi, che esprime un giudizio negativo sulla fattibilità dell’opera. Ecco perché la Provincia voleva rescindere il contratto con l’impresa che aveva vinto la gara per fare la colmata. Ma lo scontro politico è stato talmente aspro che tutto è stato sospeso.
Ora, una volta che la caratterizzazione ha stabilito che i fanghi non sono inquinanti, i lavori dovrebbero ripartire. Ma lo scontro è aperto, perché la provincia vuole fermare i lavori. Ecco perché Pipitone sostiene che la sua revoca è solo “politica”. Ha dichiarato a La Sicilia: “ «Quella delibera, proposta da tre mesi e rimasta non adottata, si fonda sul fatto che l'impresa che ha ottenuto l'appalto per la colmata (Ati Cedelt spa e Consorzio Gpc srl, procuratore speciali Giovanni Gino) ha tutte le ragioni per chiedere la rescissione del contratto – dice Pipitone – e ogni giorno che passa senza questo atto è monetizzato a danno della Provincia. Sono cosciente che la signora Adamo, che sin dal suo primo insediamento ha sostenuto la necessità di questo progetto, si agita ma non ci posso fare niente perchè penso che l'impresa è in perfetta regola. La sistemazione comporterebbe modificare il destino dei terreni frontalieri, e quelle aree hanno proprietari precisi, amici dell'on. Adamo, suoi familiari e familiari del consigliere Benigno».
La Provincia per fare «riempire» di terra l'area ha speso nel tempo 528 mila euro per pagare chi ha conferito materiale di risulta. La «colmata» fu sequestrata per una indagine della Procura di Trapani sull'irregolare smaltimento degli scarti di lavorazione dei cantieri del porto di Trapani in occasione dell'America' s Cup, e fu dissequestrata nell'agosto 2006. Successivamente scattò la bonifica, per rimuovere quei «fanghi» giunti da Trapani, per la quale sono stati spesi 80 mila euro.
Giulia Adamo, lo scorso 28 Gennaio aveva detto che la bonifica dell’area sarebbe stata presto ultimata. Aveva ottenuto una riunione che martedì 27 gennaio a Palermo, si era tenuta in due tempi. Prima negli uffici dell'Agenzia regionale dei rifiuti e poi in quelli dell'Arpa. In entrambi i casi, a rappresentare il Comune erano gli assessori Giacomo Dugo e Salvatore Adamo, mentre per la Provincia c'erano i consiglieri Duilio Pecorella e Giovanna Benigno. «Questa specie di via crucis – aveva poi dichiarato Adamo - sembra essere arrivata all'ultima stazione.
Ora, dopo che le infinite e spossanti analisi effettuate sui detriti sono state concluse, finalmente la colmata del lungomare di Marsala potrà essere ultimata. Desidero ricordare - ha proseguito - che prima di lasciare la presidenza della Provincia di Trapani avevo già mandato in gara d'appalto i lavori per il risanamento della colmata e c'era stata una ditta vincitrice. Questo ultimo provvedimento permetterà, ora, alla ditta di cominciare il lavori».
I lavori per la caratterizzazione dei fanghi della colmata di Casabianca sono stati infatti cominciati soltanto lo scorso 23 ottobre 2008 , ad opera dell’Ati (Associazione Temporanea tra Imprese) Chimica Applicata depurazione acque snc , con sede in Menfi, insieme alla GeoGav di Favara. L’Ati Chimica applicata, si è aggiudicata la gara d’appalto praticando un ribasso del 31,273 sull’importo a base d’asta di 80.400 euro.
Sulla questione degli "interessi personali" nella colmata interviene anche il Partito Democratico, con i suoi consiglieri provinciali Alagna e Angileri: "La città di Marsala, nel corso di questi anni, ha subito danni enormi a causa dell’area ormai tristemente nota come “colmata di Casabianca”, sia sotto il profilo paesaggistico - ambientale, sia sotto il profilo economico per le inevitabili ripercussioni negative dovute all’immagine deturpata del litorale ed agli sgradevolissimi odori che da quell’area si propagano nelle zone limitrofe e, non ultimo, per il notevole sperpero di denaro pubblico. In questo lungo periodo parecchie persone hanno manifestato un profondo dissenso nei confronti sia del posizionamento dei frangiflutti sia della soluzione del problema tramite il riempimento di questa area con fanghi, sfabriciti e materiale di risulta, suggerendo invece soluzioni che restituissero alla originale dignità quel tratto di costa e favorendo, semmai, l’utilizzo dei frangiflutti come porticcioli per imbarcazioni da diporto. Alla luce delle dichiarazioni dell’ex assessore Girolamo Pipitone, riguardanti presunti interessi da parte di alcuni attori importanti della scena politica marsalese nei confronti della bonifica di questa area, chiediamo sia fatta piena luce sui fatti da egli denunciati e che tali persone abbiano il buon gusto di astenersi, sino all’accertamento della verità, da ulteriori interventi sull’argomento. Chiediamo inoltre che l’Amministrazione Provinciale non utilizzi tali diatribe, tutte interne ad una maggioranza sempre più divisa e sempre meno attenta alle istanze dei territori, per procrastinare la soluzione di un problema ormai non più differibile e voglia invece imprimere una forte accelerazione a tutti gli atti che riguardano ciò che, giustamente, molti considerano un oltraggio alla Città di Marsala".