Secondo l'associazione Libera, promotrice di una tre giorni dedicata all'impegno antimafia, al corteo hanno partecipato 150 mila persone. La presenza dello scrittore è stata tenuta nascosta fino all'ultimo minuto. Poi è salito sul palco e ha letto alcuni nomi delle vittime della criminalità organizzata: quello di Anna Politkovskaja, di sei immigrati africani uccisi a Castelvolturno, delle vittime della faida di Scampia e di Annalisa Durante, uccisa a Forcella a soli 14 anni. Saviano ha chiuso la lettura destinando un pensiero "anche a tutte le vittima di mafia che non conosciamo ancora".
I familiari delle vittime apron
o il corteo. La marcia è cominciata con i 480 familiari delle vittime della criminalità organizzata che hanno cantato l'inno di Mameli esponendo le fotografie dei loro cari scomparsi. Sono state proprio le famiglie delle vittime della mafia ad aprire il corteo che ha raggiunto piazza del Plebiscito. Migliaia di persone hanno affollato il lungomare napoletano. Quando la testa del corteo arriva a Piazza Plebiscito, la coda è ancora alla Rotonda Diaz: un serpentone di 2 chilometri e mezzo, composto, allegro, colorato ma silenzioso.
Tanti striscioni da tutta Italia e da 30 paesi del mondo. Al centro del lungo corteo uno striscione nero con scritta bianca "Tu potrai dirmi che sono un sognatore ma non sono l'unico" di un liceo di Marano e quello degli immigrati della provincia di Caserta "Contro la camorra e il razzismo". A Napoli sono arrivate persone da trenta paesi del mondo e da tutte le regioni italiane. Dal Piemonte sono arrivati in 1500, mille dalla Sicilia, a bordo di due navi, 300 dalla Toscana, 800 autobus di studenti delle scuole di tutto il Paese. Negli alberghi partenopei sono stati ospitati la notte scorsa 480 familiari delle vittime.
La lettura dei nomi delle vittime. La manifestazione si è conclusa sul palco di piazza Plebiscito dove i famigliari delle vittime e i rappresentanti delle istituzioni cittadine si sono alternate a leggere i nomi delle quasi 900 persone vittime della criminalità. La lettura è stata conclusa da Roberto Saviano, salito a sorpresa sul palco.
Don Ciotti: "Meno parole e più fatti". "Migliaia e migliaia di persone sono qui oggi per un abbraccio alla città - dice don Luigi Ciotti, presidente nazionale dell'associazione Libera che ha promosso la tre giorni dedicata all'antimafia - è un segno di attenzione a chi si impegna tutti i giorni contro la criminalità organizzata. Oggi siamo qui per ripetere che occorrono meno parole e più fatti".
"Trasformiamo la rabbia in qualcosa di positivo". Un lungo applauso ha accompagnato anche il discorso di Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, giovane mamma uccisa dalla camorra mentre accompagnava i figli a scuola. "Aveva 39 anni - ha detto la ragazza tra la commozione dei presenti sul palco - è stata uccisa senza alcuna logica e spiegazione. Occorre trasformare la rabbia in qualcosa di positivo. Quello che abbiamo vissuto non deve capitare più a nessuno. Impegnarsi per la memoria non è né stupido né inutile. Voglio ringraziare tutti e finalmente lo posso dire grazie a Napoli".
“Sono molto arrabbiata e meno ottimista di 17 anni fa, quando morì mio fratello. Oggi le istituzioni sono più lontane. La reazione forte nelle istituzioni, mi aveva portato a credere che la soluzione fosse più vicina. Ma dopo 17 anni la soluzione ancora non c'è. Questa altalena di impegno e disimpegno permette alle mafie di avere il tempo di riorganizzarsi, di cambiare pelle, mentre le istituzioni non riescono a dare le giuste e concrete risposte alla società e ai giovani, che più di tutti chiedono il cambiamento”.
Questo il commento di Rita Borsellino, presidente dell’associazione nazionale Un’Altra Storia, e vice presidente di Libera, che oggi ha marciato a Napoli insieme a tanti giovani per la “14/ma giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie” organizzata da Libera. “Tutti i governi hanno fatto poco - ha aggiunto - le mafie sono cambiate, sono più pericolose, sono più inserite nei gangli del potere. Servono istituzioni più vicine, servono più mezzi e più risorse”.
Insieme a Rita Borsellino hanno marciato lungo le vie di Napoli anche trenta fra delegati e soci dell’associazione Un’Altra Storia provenienti da alcuni comuni della provincia di Trapani. “Siete la mia consolazione”, ha anche detto Rita Borsellino rivolgendosi ai giovani, “i ragazzi sono carichi, sono arrabbiati, e questa rabbia è uno strumento prezioso. La scuola sta svolgendo un compito straordinario. Quello che vediamo qui oggi 17 anni fa non c'era".