e, ha portato all'arresto di alcune persone. Principale indagato nell'inchiesta è l'imprenditore edile Tommaso «Masino» Coppola, che dal carcere, dove si trova dal novembre 2005, a scontare già una condanna a oltre 6 anni, sarebbe riuscito a continuare a gestire le sue aziende, tra cui il grande residence di Torre Xiare, e seguire alcune vicende inerenti l'ottenimento di finanziamenti pubblici e la partecipazione a lavori pubblici; soprattutto, secondo le indagini, avrebbe cercato il «contatto» con la politica. A «tradirlo» sono state le intercettazioni fatte in carcere, durante i colloqui con alcuni suoi congiunti, come il nipote Onofrio Fiordimondo, che venne infatti arrestato ne corso dell'operazione.
«Parla con Camillo» era stato un intercalare ripetuto spesso da Coppola parlando col nipote: per gli inquirenti quel «Camillo» altri non sarebbe che l'attuale sindaco di Valderice Camillo Iovino, all'epoca delle intercettazioni, dirigente di Forza Italia e funzionario di banca; non a caso, per gli investigatori, è di lui che Coppola parla perchè ad un cert
o punto indica al nipote «Camillo» per sbloccare alcuni depositi in banca (25 mila euro in titoli), da preservare rispetto ad un eventuale sequestro. Altri riferimenti a Iovino, pronunziati da Coppola anche per nome e cognome parlando sempre col nipote, risulterebbero essere stati fatti da Coppola per altre vicende legate all'esecuzione di lavori pubblici, forniture di inerti. Dall'indagine poi emergerebbe la partecipazione «occulta» di Coppola ai lavori di risanamento delle mura di Tramontana a Trapani; a lavorare, nell'appalto aggiudicato ad una associazione di imprese c'erano i suoi mezzi, e tra le persone coinvolte l'ex vice sindaco di Valderice Francesco Maggio.
Il sindaco Iovino è stato già ascoltato come "persona informata dei fatti" e si dichiarò totalmente estraneo alla vicenda. Ora è stato raggiunto dall' avviso di garanzia «per favoreggiamento con l'aggravante di avere favorito l'associazione mafiosa».
Questa la replica del primo cittadino di Valderice: “L’avviso di garanzia mi è stato notificato il 23 febbraio scorso. Non devo essere io a spiegare che si trattava di un atto dovuto da parte degli inquirenti e che io per primo ho avuto interesse ad accelerare ogni accertamento giudiziario, compreso un primo colloquio con il PM ed un confronto con uno degli indagati. Dell’avviso di garanzia ho informato, nello stesso giorno della notifica, in primo luogo il Prefetto, per il ruolo istituzionale che ricopro, e immediatamente anche l’organo esecutivo del Comune. Tanto uno, quanto gli altri, mi hanno rassicurato circa l’opportunità di continuare nella mia azione politica ed amministrativa. Auspico in una rapida chiusura di questa indagine avviata nel 2005, quando non avevo alcun incarico politico e, soprattutto, quando non ero sindaco di Valderice. Oggi questa vicenda nella quale sono stato forzatamente coinvolto, e dalla quale sono assolutamente estraneo, sta pesantemente comprimendo la mia libertà di azione politica e la serenità dei miei quotidiani rapporti istituzionali. Sono sereno per quel che riguarda l’indagine, ma nel contempo fortemente preoccupato che tutto ciò possa essere strumentalmente utilizzato per rallentare quel processo di cambiamento voluto a Valderice dai cittadini”.