Emanuele Basile, comandante la compagnia dei carabinieri di Monreale, fu ucciso la sera del 5 maggio 1980 mentre, a fianco della moglie e con in braccio la figlioletta, stava rientrando
nella caserma di via Delero. Monreale quella sera era in festa e le strade erano ancora molto affollate. I tre killer che freddarono il capitano Basile poterono, dunque, allontanarsi indisturbati.
I giudici palermitani sostengono che Basile fu ucciso perché aveva continuato le indagini che stava svolgendo il commissario Giuliano quando venne assassinato. Nell'ordinanza del maxiprocesso ,viene ricordata in particolare una operazione che il capitano dell'Arma compì il 6 febbraio dell'80 quando arrestò, solo su sua iniziativa, alcuni mafiosi che rappresentavano lo stato maggiore della cosca corleonese.
Gli esecutori materiali dell'assassinio del comandante della compagnia dei carabinieri di Monreale, Armando Bonanno, Giuseppe Madonia e Vincenzo Puccio, assolti in primo grado e scarcerati dopo la sentenza, sono stati condannati all'ergastolo in appello ma non sono finiti in carcere: i tre sono latitanti.