Parallelamente, dice il rapporto, è cresciuta però l'attività investigativa. Solo nel 2008 sono state avviate 25 inchieste sul traffico di rifiuti pericolosi, relative a un giro d'affari complessivo di oltre 7 miliardi di euro. E in generale è cresciuto il numero di infrazioni rilevate dai vari corpi dello Stato che si occupano di ecoreati, dalla Forestale ai carabinieri passando per la Guardia di Finanza, le Capitanerie di porto, la polizia, la dogana.
I carabinieri, per esempio, hanno compiuto nel 2008 115 arresti legati al traffico di rifiuti, mentre le Agenzie delle dogane sono riuscite a intercettare e sequestrare 4.800 tonnellate di rifiuti, sei volte il quantitativo bloccato l'anno prima.
Risultati di cui è parso soddisfatto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato oggi a Legambiente: "Constato con soddisfazione che il quadro dei risultati delle attività di prevenzione e repressione evidenzia un crescente coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali impegnati nella tutela delle risorse ambientali".
Ma allo stesso tempo, è stato il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso a chiedere ancora una volta che i reati ambientali siano inseriti a pieno titolo nel codice penale, e non punti come accade oggi con una contravvenzione.
"Lo dicono gli stessi collaboratori di giustizia che i rischi per chi si occupa di rifiuti e cemento sono praticamente nulli - scrive Grasso nella prefazione del Rapporto - Fruttano quanto la droga e danno migliori garanzie di impunità ".
PROCURATORE ANTIMAFIA CHIEDE "MASSIMA SEVERITA'"
A fine 2008 però, ha scritto Grasso, l'Unione europea ha approvato una direttiva sulla tutela penale dell'ambiente che i paesi membri dovranno approvare entro la metà del 2010. "Ora si spera che l'Italia la recepisca con il massimo rigore possibile, cioè applicando con la massima severità possibile le norme che colpiscano i colpevoli e introducendo quelle previsioni del disegno di legge presentato nella scorsa legislatura (il ddl Barbieri, ndr) con gli apporti di questa Direzione antimafia".
E il presidente della Commissione parlamentare sui rifiuti Gaetano Pecorella, ex legale di Silvio Berlusconi, ha chiesto al governo e alla maggioranza di centrodestra di modificare il disegno di legge sulle intercettazioni consentendo di utilizzare questo strumento anche per i reati ambientali, almeno quelli di "fascia alta".