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22/07/2009 11:00:32

Agnese Borsellino: " i ragazzi della scorta parte della nostra famiglia"

della nostra famiglia e vivevano quasi in simbiosi con noi, condividevamo le loro ansie, i loro progetti. Un rapporto oltre che di umanita', di amicizia e di reciproca comprensione e rispetto."

"Mio marito non credeva al 100% che la scorta lo potesse salvare da un attentato -spiega la vedova del magistrato, nella puntata '57 giorni a Palermo La scorta di Borsellino' di Francesca Fagnani, in onda mercoledi' alle 23.30 su RaiDue- Non perche' dubitava della loro attenzione o professionalita', ma quando avrebbero deciso di ucciderlo lo avrebbero fatto, come del resto e' stato, con tecniche ultramoderne. Infatti mi diceva, quando decideranno di uccidermi i primi a morire saranno loro".

Agnese Borsellino racconta il rapporto che suo marito aveva con Claudio Trai'na, 27 anni, Agostino Catalano, 43 anni, Emanuela Loi, 24 anni, Vincenzo Fabio Li Muli, 22 anni, Eddie Walter Cosi'na, 31 anni, gli agenti di scorta, uccisi insieme al magistrato nella strage di via D'Amelio, a Palermo, il 19 luglio 1992. "Per evitare che cio' accadesse -continua Agnese Borsellino- spesso e alle stesse ore usciva da solo per comprare il giornale, le sigarette, quasi a mandare un messaggio per i suoi carnefici perche' lo uccidessero quando lui era solo per la strada e non quando si trovava con i suoi angeli custodi. Mio marito non si poteva rifiutare di farsi proteggere o di farsi accompagnare, le sue capacita' finivano qui, non poteva fare altro per salvarli".