Parla per la prima volta, dopo le parole del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sui magistrati di Palermo e di Milano, il Procuratore capo di Palermo Francesco Messineo. Di ritorno da un viaggio nel Medio Oriente, il capo del pool antimafia del capoluogo siciliano è da oggi di nuovo nei suoi
uffici al secondo piano del Palazzo di giustizia di Palermo e accetta di parlare con l’ADNKRONOS delle polemiche sorte dopo le dichiarazioni del premier.
«Le indagini sulle stragi di mafia del ’92 e del ’93 sono di esclusiva competenza di Caltanissetta e di Firenze, noi a Palermo non abbiamo indagini su questi fatti e non potremmo neppure averne - ha aggiunto Messineo - Quindi, davvero non comprendo come questo possa riguardare la Procura di Palermo. Non riesco a leggere a quale tipo di indagine si fosse riferito il Presidente del Consiglio nella sua dichiarazioni». Lo scorso otto settembre, Berlusconi aveva affermato: «So che ci sono fermenti in Procura a Palermo e a Milano. Si ricominciano a guardare fatti del ’92 e del ’93. Follia pura. Mi fa male che queste persone, con i soldi di tutti, facciano, cose cospirando contro di noi che lavoriamo per il bene del paese».
«Abbiamo sì delle indagini alle quali partecipa e collabora il pentito Gaspare Spatuzza (che sta facendo rivelazioni nuove sulle stragi di mafia), ma si tratta di indagini su delitti di mafia avvenuti a Palermo - ha detto ancora Messineo - Non ha nulla a che vedere con le stragi. Il nostro angolo di visuale su Spatuzza concerne i delitti attribuiti ai contesti criminali di cui lui faceva parte negli anni in cui operava».
«Si tratta di vicende su cui Gaspare Spatuzza ha reso delle dichiarazioni - ha aggiunto il Procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo - che sono state ovviamente analizzate e che, eventualmente, formeranno oggetto del quadro di indagine. Ma noi non abbiamo nessun motivo di parlare delle stragi, e lo ribadisco ancora, perchè non abbiamo nessuna competenza. Quindi, ancora meno leggibile per me è il riferimento alla Procura di Milano. Mi hanno sorpeso per questo le parole del premier».
Davanti alla scrivania, in un angolo, c’è una pila di giornali dei giorni scorsi in cui ci sono tutte le dichiarazioni del premier e le polemiche seguite con la presa di posizione dell’Anm («che ha risposto efficacemente», ha detto) e di numerosi politici. «Adesso leggerò con calma i giornali di quei giorni - ha detto ancora il Procuratore capo di Palermo - e vedrò quello che è accaduto in quei giorni in cui ero in vacanza».
E il prossimo 21 settembre, l’argomento sarà al centro della riunione di Direzione Distrettuale Antimafia che sarà convocata nei prossimi giorni da Messineo. «Ãˆ un argomento di notevole importanza che esamineremo, come facciamo sempre quando ci sono argomenti particolarmente importanti. Non ho ancora preso contatti con i colleghi, molti dei quali sono ancora in ferie, ci rifletteremo sopra - ha detto - e poi vedremo se prendere una posizione ufficiale».
Poi tiene a sottolineare di condividere «pienamente le parole del Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso», secondo cui i soldi spesi dagli italiani per gli stipendi dei magistrati «non sono soldi sprecati». «Vorrei sentire le opinioni e gli stati d’animo dei magistrati - ha detto ancora - Vediamo cosa hanno da dire anche loro. Questa vicenda riguarda tutto quanto l’ufficio per il modo in cui è stata trattata».