che ha portato nei giorni scorsi all’arresto di dieci persone del mandamento di Alcamo: “In merito a questa vicenda sono due le considerazioni che bisogna fare: innanzitutto, il successo dell’operazione “Dioscuri” è frutto di una serie di indagini di diversi mesi portate avanti dalle forze dell’ordine e dalla magistratura di Trapani con estrema ostinazione e determinazione. Queste indagini sono, tra l’altro, state possibili grazie alle famose intercettazioni, ormai da mesi al centro delle discussioni in Parlamento per la volontà da parte di diversi componenti della maggioranza di eliminarle. La seconda considerazione da fare è invece in relazione al fatto che, in genere, gli imprenditori vittime di usura e ricatti, non riescono ancora a denunciare i loro estorsori. E’ invece necessario che decidano chiaramente se stare o no dalla parte dello Stato”.
Ma, secondo lei, non si potrebbe fare di più per incentivare gli imprenditori a denunciare? Non si potrebbero, per esempio, mettere a disposizione degli strumenti concreti a disposizioni delle vittime del racket per indurli a collaborare con lo Stato? Pensiamo, per esempio, alle misure di sostegno economico che ha messo a disposizione il Comune di Trapani a chi denuncia usura e racket …
“Penso che si possa fare sempre di più e si deve sempre di più e sempre meglio. In ogni caso, vorrei ricordare da dove siamo partiti qualche anno fa e dove siamo arrivati oggi in questa provincia in merito alla lotta alla mafia: si costituiscono sempre nuove associazioni antiracket e sempre più formazioni politiche esprimono concretamente la loro sensibilità al tema. Segno che qualcosa è stato fatto … Certo sarebbe bello che anche tutte le altre amministrazioni comunali della nostra provincia sposassero l’iniziativa del comune di Trapani.
D’altronde, in un momento in cui chiunque esercita un’attività , sia essa imprenditoriale o di altro genere, si ritrova vessato da questi mascalzoni che chiedono denaro….avere il sostegno non soltanto morale, ma anche di natura patrimoniale, non sarebbe assolutamente inutile. Ma, indipendentemente dagli incentivi e dagli aiuti dello Stato, deve crescere la coscienza sociale del cittadino. Senza la coscienza civile di tutti i cittadini, non si va da nessuna parte …”
Molti imprenditori però si lamentano del fatto che, spesso, a loro non conviene molto denunciare perché, nel momento in cui lo fanno, si trovano guardia di finanza e forze di polizia dentro, magari avvertono delle pressioni. Ogni imprenditore nasconde degli scheletri (lavoratori in nero, falsi in bilancio elusione o evasione) e magari non denuncia perché ha paura di passare dei guai. Capiamo che questo ragionamento è singolare, ma è parecchio umano … Secondo lei, non si potrebbe formulare una sorta di tregua, ovvero stabilire che si eviteranno di fare tutti i possibili controlli a colui che denuncia, nel momento in cui decide di collaborare con la giustizia? E’un’idea balzana?
“Mah … volendo questo è un ragionamento maturo … questa è una causa che potremo provare a portare avanti, certamente filtrandola bene con canali assolutamente riservati e privilegiati … D’altronde, sono molti i giudici, i poliziotti e le forze dello Stato in genere, che si sono dimostrati sensibili all’argomento …”.
Pamela Giampino