Così, ad un anno dalla scomparsa, la scorsa domenica 31 gennaio, nei locali dell’associazione Insieme Si Può di Trapani, c’è stato un incontro per ricordarlo e per presentare un opuscolo edito da Coppola Editore e dedicato alla memoria del giovane scomparso.
Noi ne abbiamo parlato con la scrittrice dell’opuscolo, la giornalista trapanese Pamela Giacomarro:
“Innanzitutto, tengo a fare un appunto: Giuseppe Gatì non è un eroe e non è da considerarsi tale. Sarebbe ipocrita dirlo o pensarlo. Era semplicemente un giovane che amava la sua terra, molto legato alle tradizioni della nostra Sicilia. Ma soprattutto rappresenta, a mio parere, un esempio da seguire per tutti i giovani in quanto persona seria e leale. Aveva avuto il coraggio di mettersi in gioco Giuseppe Gatì, esponendosi al rischio e alle insidie, per difendere la sua Campobello e la Sicilia da tutto e da tutti".
E il suo blog ne era la prova più lampante…
“Sì, aveva aperto un blog sul web: “Questa è la mia terra e io la difendo”. In esso denunciava apertamente fatti e persone, senza ipocrisie. Faceva nomi e cognomi delle persone che denunciava. Per questo era più di un semplice contestatore”.
Cosa scrive in questo opuscolo edito da Coppola Editore?
“In questo opuscolo parlo di Cosa Nostra, ma in primis parlo di Giuseppe, della figura di questo ragazzo che deve essere considerato un esempio da seguire. Io personalmente l’ho conosciuto in occasione della presentazione del libro di Pietro Ricca a Palermo e devo dire che la cosa che mi ha colpito di lui è stato il suo sguardo: si vedeva dai suoi occhi che credeva realmente in ciò che faceva, cosa che vedo poco negli altri giovani. Soprattutto vedo poco, negli altri giovani, la voglia di cambiamento che invece aveva lui. Io penso che tutti possiamo essere come Giuseppe Gatì, basta crederci”.
Pamela Giampino