E' una delle ultime rivelazioni rese da Massimo Ciancimino ai pm di Roma confluite nel processo al senatore del Pdl Marcello Dell'Utri. Le carte sono state inviate alla Dda di Palermo perchè contengono anche dichiarazioni su Dell'Utri e i pm del capoluogo le hanno inviate al pg che sostiene l'accusa nel processo al senatore.
"In seguito - prosegue Ciancimino jr. - a mio padre era stato chiesto di impedire la liberazione dello statista dal segretario della Dc Zaccagnini attraverso Attilio Ruffini. Analoga richiesta gli era giunta da appartenenti a Gladio, nella cui struttura mio padre era inserito, e dai servizi segreti".
"Mio padre - conclude il testimone - mi ha detto di avere incontrato Pippo Calò che gli disse che era stato interessato per individuare il covo di Moro, attività che aveva svolto servendosi dei suoi amici della banda della Magliana e che aveva consentito di stabilire che Moro era in via Gradoli. Disse a Calò che non si sarebbe più dovuti intervenire per la liberazione.
DELL'UTRI. La seconda sezione della corte d’appello di Palermo ha concesso ai legali del senatore del Pdl Marcello Dell’Utri un termine di due settimane per consentire loro l’esame delle nuove dichiarazioni di Massimo Ciancimino depositate agli atti del processo. All’udienza del 26 febbraio i legali diranno se sono d’accordo sul sentire Ciancimino e interrompere, per la seconda volta, la requisitoria o meno. Sentito il parere dei difensori la corte deciderà l’eventuale esame del testimone. Già una volta i giudici avevano rigettato la richiesta di fare deporre il figlio dell’ex sindaco di Palermo. La requisitoria è già stata interrotta i primi di dicembre per l’esame di un altro teste dell’ultima ora: il pentito Gaspare Spatuzza.
Il pg Nino Gatto, pubblica accusa al processo per concorso in associazione mafiosa al senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, aveva chiesto la sospensione della requisitoria, che si accingeva a concludere e l’esame, come teste, di Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo Vito. La richiesta, che se accolta comporterebbe per la seconda volta l’arresto della requisitoria, nasce dalla trasmissione alla procura generale, da parte della Dda, di nuove rivelazioni di Ciancimino. In particolare il pg, che ha depositato tutto il nuovo materiale, ha chiesto di sentire il testimone sui rapporti tra Dell’Utri e il capomafia Bernardo Provenzano, su presunti investimenti effettuati dai boss Stefano Bontade e Giovanni Teresi nella realizzazione del complesso edilizio di Silvio Berlusconi Milano 2 e sugli investimenti dell’ex sindaco, tramite i costruttori mafiosi Franco Bonura e Salvatore Buscemi nello stesso complesso edilizio. Inoltre il pg ha chiesto l’esame dei funzionari della Dia che hanno svolto accertamenti sulla titolarità di una filiale della Standa da parte di un soggetto che, secondo il pentito Gaspare Spatuzza, sarebbe vicino alla cosca di Brancaccio.
Tra gli atti del pg, i presunti investimenti a Milano 2
“Nel 1970 mio padre investì 150 milioni di lire in operazioni gestite dalla società Lu.ra.no, riconducibile a Salvatore Buscemi e Franco Bonura. Nel ‘76 i frutti di questi investimenti erano rappresentati da un miliardo e mezzo di lire e da una serie di appartamenti costruiti nella zona Don Orione di Palermo. Su indicazione di Buscemi il denaro venne depositato nella banca Rasini e nella banca del Gottardo, per poi essere investite nelle societa’ Edilnord e Immobiliare Sammartino che curarono la trasformazione di terreni posti alla porte di Milano, dando vita all’operazione Milano 2″. E’ una delle rivelazioni di Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo Vito che potrebbe finire agli atti del processo d’appello al senatore del Pdl Marcello De”Utri, accusato di associazione mafiosa.