O almeno così sembrerebbe, anche se non sappiamo esattamente come abbia intenzione di farlo. Dall’efficiente ufficio stampa di Confindustria Sicilia apprendiamo che l’associazione degli industriali siciliani
valuta positivamente l’iniziativa dell’assessore regionale all’Energia, Pier Carmelo Russo, che ha dato disposizione di rendere immediatamente pubblico sul sito Internet dell’assessorato l’elenco delle istanze di autorizzazione per impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, con l’indicazione per ciascun progetto della data di presentazione, del numero di protocollo, dello stato attuale della pratica, della data di convocazione della conferenza dei servizi e della data di adozione del provvedimento definitivo.
Di tutto questo sul sito dell’ufficio stampa della Regione non c’è traccia, ma prendiamo per buona l’informazione degli industriali che, su queste cose, ne sanno sempre più di tutti. Apprezzabile il progetto, anche se non è una novità : ciò che vorrebbero fare all’Assessorato siciliano all’Energia, in realtà , lo hanno fatto già i colleghi del Territorio e Ambiente e si chiama Si-VVI e, per inciso, non funziona. Nel senso che spesso e volentieri la pagina web del servizio non si apre. Forse è per questo che vogliono riprovarci…
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In ogni caso, Confindustria ringrazia. Ma non tanto per il sito internet, quanto per le intenzioni dell’assessore Russo di procedere con l’espletamento delle pratiche giacenti seguendo un rigoroso ordine cronologico. Niente più amici o parenti, farà fede il timbro postale. Oltre ad essere una decisione con conseguenze burocratiche forti, però, ciò che si propone di fare Pier Carmelo Russo è anche forte dal punto di vista politico.
Sbrigare le pratiche in ordine cronologico, infatti, non è esattamente la stessa cosa che ha chiesto di fare il governatore Raffaele Lombardo che, addirittura su YouTube, ha promesso di dare precedenza ai piccoli impianti sui tetti invece che ai grandi impianti a terra e, più in generale, a tutte le rinnovabili “mini” e “micro”. Il problema, però, è che di quei 1.200 progetti pendenti a Palermo la maggior parte sono impianti belli grossi.