Il testimone ha già deposto per due udienze davanti ai giudici della quarta sezione del tribunale di Palermo, rispondendo alle domande dei pm Nino di Matteo e Antonio Ingroia. Oggi sarà la volta dei legali del generale.
Al centro del processo c’è il mancato arresto del boss Bernardo Provenzano che, secondo gli inquirenti, si sarebbe potuto catturare già nell’ottobre del 1995, quando i carabinieri, grazie all’input di un confidente, si trovarono a due passi dal luogo scelto dal capomafia per un summit.
Per i magistrati la decisione di non intervenire allora, sarebbe rientrata nei patti stretti tra i militari dell’Arma e Provenzano nel corso della lunga trattativa intercorsa tra Stato e mafia a partire dal periodo delle stragi del ‘92. Massimo Ciancimino, nelle scorse udienze, ha raccontato che i carabinieri avrebbero assicurato l’impunità a Provenzano in cambio della fine della strategia stragista. Dopo la deposizione, che si terrà nell’aula bunker dell’Ucciardone, Mori dovrebbe rendere dichiarazioni spontanee.