Ad Aimeri sono transitati i dipendenti del Comune di Marsala che prima si occupavano di raccolta dei rifiuti. Erano per lo più trimestralisti, precari, ai quali l’Amministrazione Carini fece intravedere il sogno della stabilizzazione, cioè del passaggio ad una situazione stabile, con una busta paga certa e un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Invece sono scattati i primi licenziamenti. E ci sono delle persone che non hanno più un posto di lavoro, alcuni erano precari, altri avevano un contratto di diritto privato con il Comune di Marsala proprio fino al 31 Ottobre 2009.
In tutto ciò il Comune sta a guardare.
Eppure si tratta di una vicenda grave. Perché queste persone, essendosi dimesse dal Comune, non potranno più rientrare a lavorare per l’amministrazione.
Sulla vicenda è intervenuto il segretario della Cisl di Marsala, Antonio Chirco: “Aspettare l’ultimo giorno per decretare la fine del rapporto di lavoro è quanto meno pretestuoso, e la perdita così risolutiva di cinque unità lavorative, nella crisi persistente, non si può accettare”. Al sindaco in un documento la Cisl chiede quali sviluppi si prospettano per i nuovi disoccupati, e che ne sarà del servizio ancora insoddisfacente con cui si trascina la raccolta differenziata alla luce di questi improvvisi licenziamenti.
I lavoratori avviati da Aimeri Ambiente sono stati 154, tra disoccupati e precari del Comune.Lo scorso Novembre, sulla scorta della prime polemiche in merito alla gestione del servizio di raccolta differenziata a Marsala, il primo cittadino Renzo Carini aveva dichiarato: "Nei mesi precedenti il passaggio ufficiale (2 novembre) del servizio alla Aimeri Ambiente, abbiamo seguito costantemente e da vicino le fasi preliminari della cessione del servizio. La nostra "vigilanza" non è venuta meno successivamente, quando si è trattato di far osservare il rispetto degli impegni contrattuali, soprattutto in tema di personale. Su questo fronte siamo stati inflessibili. Abbiamo così assicurato assistenza ai lavoratori (di ruolo, precari e trimestralisti) nella delicata fase di reclutamento. In più, avere stabilizzato oltre 140 lavoratori - cioè assicurato uno stipendio certo alle rispettive famiglie - non può certo passare inosservato, né essere derubricato a semplice risultato ingigantendo, a torto, la questione delle 18 o 36 ore contrattuali".