Una posizione assai bassa in una classifica dove ad avere raggiunto la vetta è la Toscana con il 74% delle preferenze, mentre ad essersi aggiudicate la posizione inferiore sono state la Puglia e le isole Tremiti con il 22%. Per la Sicilia, però, le cose non vanno meglio neppure quando il campione di agenzie e operatori turistici intervistati è italiano: su 251 agenti di viaggio sentiti, il 69% preferisce nuovamente la Toscana, mentre soltanto il 47% opta per la Trinacria, penultima in classifica e seguita soltanto dalla Sardegna con il 39% dei voti. L'obiettivo dell'indagine previsionale "Futuro Presente 2010" di Fjc è quello di individuare la tipologia di offerta ricettiva sulla quale gli agenti di viaggio ritengono si debba lavorare e, in
particolare, quali sono i servizi e le offerte che condizioneranno sempre più il successo delle destinazioni balneari in Italia. Così, per gli organizzatori internazionali i fattori che hanno influenzato la programmazione sono, nell'ordine, i prezzi vantaggiosi (76%), la varietà dell'offerta ricettiva (73%), la diversificazione dei servizi (71%) e diversi altri requisiti come il livello di appeal del luogo, la vivibilità e il sistema dei collegamenti. Tra i fattori che risultano invece essere più critici, si annoverano la scarsità di spiagge che accolgono eventi notturni nell'82% dei casi e di aree di aggregazione nel 72%. Rispetto alle motivazioni che spingono gli agenti di viaggio italiani a commercializzare un territorio piuttosto che un altro, emergono principalmente la valutazione del mercato e di conseguenza la capacità di generare fatturato (72%), il livello qualitativo dell'offerta ricettiva e dei servizi (66%), il valore economico (61%), la popolarità della destinazione (55%). Dalla ricerca di Jfc emergono infine le carenze del settore balneare italiano: l'indicazione principale, segnalata nel 79% delle risposte, riguarda la mancanza di una specializzazione su specifici target di clientela; altri fattori su cui lavorare sarebbero poi la necessità di creare una rete di opportunità sul territorio e la sezione commerciale, rispettivamente per il 65% e il 56% degli intervistati. "Troppo spesso – spiegano dalla società – le destinazioni hanno poca vita aggregativa, poche aree commerciali naturali, pochi luoghi per passeggiate serali".