I FAMILIARI DELLE VITTIME - Il primo appuntamento si è svolto ieri alle 15.30 al Centro San Fedele di Milano: si sono incontrati oltre 500 familiari delle vittime di tutte le mafie, in rappresentanza di un coordinamento i circa 3000 familiari. Con loro anche familiari di vittime straniere provenienti da oltre 30 paesi europei e dall’America Latina. Di seguito, alle 18 nella chiesa di San Fedele, un incontro ecumenico in ricordo delle vittime delle mafie.
LA MANIFESTAZIONE - Oggi corteo con partenza alle 10 dai Bastioni di Porta Venezia e arrivo a Piazza Duomo. Sul palco di Piazza Duomo, ragazzi di scuole provenienti da tutta Italia leggono estratti delle frasi più significative scritte dalle vittime italiane e straniere della criminalità organizzata. Fra le testimonianze dei familiari di vittime di mafia quella di Annalori Ambrosoli, moglie di Giorgio Ambrosoli. Poi verranno letti 900 nomi di vittime innocenti delle mafie: «Sono semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere», dice don Luigi Ciotti, presidente di Libera. «Ai partecipanti, ai rappresentanti delle istituzioni, al mondo politico chiediamo semplicemente di guardare le vittime negli occhi e di vedere i loro volti. Perché chi si impegna in politica ha una grande responsabilità e il primo codice è la propria coscienza». In piazza anche Sinistra Ecologia e Libertà . Claudio Fava, coordinatore nazionale di SEL in una nota ha dichiarato: «Vale la pena scendere in piazza per ricordare le vittime della mafia? Sì, ne vale la pena, finché magistrati, poliziotti e carabinieri faranno il loro dovere senza risorse e strumenti. Ne vale la pena finché ci saranno sindaci che cancellano Peppino Impastato dalle biblioteche comunali. Ne vale la pena finché ci saranno prefetti che dicono che la mafia non esiste».
IL CARDINAL MARTINI - «Sono molto vicino al dolore di tutti coloro che hanno sofferto gravi lutti a causa della mafia. È qualcosa che non dovrebbe esistere, ma purtroppo esiste. E voi vi impegnate, oltre al dolore sofferto, perché non esista più; perché dalla società i giovani possano comprendere il valore di parole come legalità , come responsabilità e soprattutto come giustizia». Sono le parole del cardinale Carlo Maria Martini, già arcivescovo di Milano, nel suo saluto per la manifestazione di «Libera» domani. «La giustizia - scrive ancora Martini - è qualcosa che riguarda tutti e che permette ad una nazione di vivere con serenità e pace; dove non c'è giustizia, dove non c'è legalità , c'è arbitrio e c'è oppressione. Durante il mio servizio come vescovo a Milano ho avuto modo di incontrare tante volte vittime della violenza, allora si trattava soprattutto della violenza del terrorismo, ma ogni violenza è negazione di Dio, è negazione dell'uomo. Quindi dobbiamo ribellarci con tutte le forze a questa violenza, anche se è per difendersi dalla violenza; dobbiamo arrivare a far sì che tutti comprendano che la giustizia è anche al limite la capacità di comprendere e di perdonare; è qualcosa che riassume e sintetizza lo sforzo di giustizia».