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24/03/2010 05:22:21

Finanza creativa: rinvii a giudizio a Milano. E a Marsala?

Il processo inizierà il 6 maggio, e si tratta della prima volta in Italia che una serie di istituti di credito devono rispondere in tribunale di una truffa effettuata attraverso l'emissione di prodotti derivati. Oltre alle banche, sono stati rinviati a giudizio anche il direttore generale del Comune di Milano. La contestazione è di truffa aggravata.
All'origine dei contratti la ristrutturazione di un debito da 1.682 milioni composto di diversi mutui per la maggior parte in scadenza con la Cassa depositi e prestiti. Nel giugno 2005 il Comune ha convertito i mutui in un bullet bond (obbligazione con scadenza fissa non disdicibile dall'emittente e non rimborsabile anticipatamente) trentennale con i soldi prestati dalle quattro banche. In sostanza il Comune aveva ricevuto i soldi dalle banche impegnandosi a restituirli in un'unica soluzione (bullet, proiettile in inglese) nel 2035 con un interesse.

A corollario del contratto sul debito c'era stata la stipula di uno swap, ovvero la trasformazione del tasso di interesse da fisso a variabile: una sorta di scommessa sull'andamento (il Comune paga un tasso variabile alle banche, le banche un tasso fisso al Comune. La scelta del Comune sarebbe stata impropria sotto almeno due profili. Da un lato sarebbe stata presa senza l'ausilio di un consulente esterno, affidandosi interamente alle banche con cui stipulava gli stessi contratti e che dunque hanno svolto anche la funzione di advisor. Dall'altra la trasformazione del tasso fisso in variabile è stata fatta in un momento in cui le stime dei maggiori economisti dicevano che i tassi non avrebbero potuto far altro che salire visto che erano al minimo storico. Poi è emerso che per far fronte alle perdite accumulate ogni anno, il Comune continuava ad avviare altre operazioni finanziarie complesse.

Di qui la contestazione a vario titolo alle persone fisiche coinvolte nel procedimento del reato di truffa in relazione alla falsa certificazione della "sussistenza della convenienza economica per l'ente territoriale ai fini di un'emissione obbligazionaria per la ristrutturazione del debito comunale in luogo della rinegoziazione dei mutui in essere e in precedenza contratti", si legge nella richiesta di rinvio a giudizio. Il tutto, prosegue il capo di imputazione, "spogliando dolosamente il Comune di Milano, nella stipulazione del contratto regolato dalla normativa inglese vigente, della tutela dovutagli in forza della qualificazione di 'intermediate customer' a esso spettante, violando, in particolare, i doveri normativamente sussistenti in capo a loro circa le protezioni da assicurare ai clienti così classificati".

Questa vicenda milanese riguarda da vicino anche Marsala. Soltanto uno sprovveduto avrebbe cambiato un mutuo a tasso fisso con uno a tasso variabile dopo che la Bce aveva già aumentato per ben due volte il costo del denaro e si stava apprestando al terzo rialzo. Il Comune di Marsal il 28 febbraio del 2007, qualche mese prima dell' elezione dell' attuale sindaco ha stipulato un' operazione di «interest rate swap con vendita di opzione digitale» per un valore di oltre 38 milioni di euro. Scadenza: 30 giugno 2034. Scattano le verifiche del Tesoro e si scopre, racconta la Corte dei conti, che la complicata operazione altro non è servita che a «sostituire un tasso fisso del 4,58%» che il Comune pagava alla Cassa depositi e prestiti, con «un tasso variabile pari all' Euribor a sei mesi oltre a uno spread variabile». Risultato: «In assenza di interventi correttivi», scrivono i magistrati contabili, si «rischia di determinare una notevole perdita per l' ente stesso, attualmente quantificabile in 2,3 milioni di euro». E pensare che l' avevano fatto per risparmiare. Ma che fosse una specie di suicidio, dice la Corte dei conti, si doveva capire subito. Anche perché «a distanza di pochissimo tempo dalla stipula del contratto e con una durata residua di 28 anni i risultati attesi hanno delineato uno scenario completamente differente». La norma che ha fatto accedere gli enti locali come Marsala alla roulette dei derivati è nell' articolo 41 della legge 448 di quell' anno: la prima Finanziaria di Giulio Tremonti. Doveva servire a migliorare la gestione della finanza locale. Peccato soltanto che sia stata usata in un altro modo. Per esempio, per ottenere benefici contabili immediati e spostare nel tempo gli effetti negativi. Ma con ripercussioni talvolta devastanti. Scrive la Corte dei conti: «Normalmente le pubbliche amministrazioni non sono neppure in grado di monitorare costantemente i loro derivati e restano di fatto costantemente soggette ai loro consulenti bancari». Con le conseguenze del caso.

Il Sindaco Carini ha cercato di correre ai ripari e quindi, con una delibera di giunta approvata il 23 febbraio 2009 ha approvato un ‘’atto d’indirizzo” (di fatto, una disposizione operativa) con il quale si invita il dirigente del settore Risorse Finanziarie, Nicola Fiocca, di ‘’conferire apposito incarico a professionisti esterni in possesso di specifiche ed elevate cognizioni tecniche che consentano l’esame e le valutazioni dei profili di legittimità dell’operazione di swap posta in essere dal Comune di Marsala, sia relativamente agli aspetti civilistici, sia ad eventuali aspetti penalistici, con l’obiettivo di individuare tutte le iniziative utili a tutelare l’ente davanti agli organi giurisdizionali competenti, compresa la presentazione di eventuale esposto, in danno della Banca HSH Nordbank AG e della Società di consulenza Value Solutions srl, al fine di tutelare l’integrità del patrimonio e dell’immagine dell’Ente”.

Nicola Fiocca, dirigente del settore finanze, spiegò che l’adesione è stata decisa dopo aver valutato la proposta di una società di consulenza finanziaria di Roma, che propose al Comune di rinegoziare 30 milioni di euro di mutui contratti negli anni precedenti con Cassa Depositi e Prestiti e i 7 milioni con la Bnl.
Fiocca, che tra il 2006 e il 2007 curò l’iter di questa operazione di alta finanza creativa, quando scoppiò la bomba affermò che ‘’quando venne firmato il contratto gli esperti finanziari dicevano che i tassi d’interesse sui mutui erano in discesa. E il piano che ci venne proposto prevedeva un guadagno, in 30 anni, di un milione e mezzo di euro. Poi, però, due mesi dopo, si registrò il crollo delle Borse internazionali, New York, Tokio, etc., e le cose cambiarono…”.
Già, per guadagnare, si fa per dire, 33 mila euro l’anno si rischia ora il dissesto.