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29/03/2010 05:45:25

Giulia Adamo: "Dal Pdl Sicilia piena fiducia in Lombardo"

Il percorso compiuto finora e' stato molto coraggioso e positivo; tanto c'e' ancora da fare, con il medesimo entusiasmo, determinazione e convinzione riponendo nel Presidente Lombardo la fiducia di sempre''.

 

Cosi' il capogruppo del Pdl-Sicilia all'Ars, Giulia Adamo, commenta l'indiscrezione di stampa relativa all'iscrizione nel registro degli indagati del Presidente della regione Siciliana, Raffaele Lombardo, per concorso esterno in associazione mafiosa.

''Ai siciliani diciamo - conclude Adamo - che da parte del Pdl-Sicilia c'e' la ferma volonta' di proseguire il processo riformatore della nostra Isola che ci vede protagonisti tanto all'Assemblea regionale, quanto nella giunta di governo''.

15,30 - Il capogruppo del Pdl all'Assemblea regionale siciliana Innocenzo Leontini chiede le dimissioni del Governatore siciliano Raffaele Lombardo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. In un'intervista al quotidiano on line 'Live Sicilia', dice: "dal punto di vista politico, Lombardo aveva gia' manifestato una serie di atteggiamenti che lasciavano intendere l'andazzo delle cose". E spiega: "Mi riferisco a una tracotanza che Lombardo ostenta in ogni occasione. E poi anche la vicenda dell'Efal, l'ente formazione addestramento lavoratori, che sembrerebbe essere nata su iniziativa del deputato Mpa Fortunato Romano, di concerto con l'architetto Liga, arrestato la scorsa settimana. Insomma, i segnali c'erano, dico solo questo''.

 

''Noi siamo fiduciosi riguardo al lavoro portato avanti dalla magistratura, da parte nostra, ma si', riteniamo che Lombardo debba dimettersi. Voglio inoltre ricordare ai deputati del Pd che proprio loro presentarono una mozione chiedendo le dimissioni di Pellegrino, non solo mentre non aveva ancora indagini a suo carico in corso, ma soprattutto perche' lo stesso Pellegrino, come si lesse sui giornali, aveva chiamato le forze dell'ordine ''sbirri'': soltanto per quello fu chiesta la revoca del mandato''.

E alla domanda su quali siano le valutazioni politiche sulla vicenda, risponde: "Ci sono tre punti che, a mio avviso, meritano di essere approfonditi. I due magistrati in giunta, in primis. Proprio loro, a maggior ragione visto che si parla di un magistrato che lavorava su indagini di mafia e della figlia di un uomo che della lotta alla mafia ha fatto una missione di vita, dovrebbero essere i primi a dimettersi. Non hanno mai rassegnato le loro dimissioni dalla magistratura e si ritrovano all'interno di questa giunta. Mi chiedo come possano mantenere entrambe le posizioni, e' vergognoso che restino dentro questa giunta''.

14,30 - "Replico a questa pattumiera di notizie di oggi dicendo molto chiaramente che si tratta di notizie paradossali fino a essere ridicole, la cui matrice, ne sono convinto anch'io, e' politica". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, commentando l'indagine a suo carico per concorso esterno in associazione mafiosa. .

 

13,30 -“Se i fatti verranno confermati anche per il Presidente Lombardo vale la presa di posizione che ho avuto nei confronti di casi simili: chi sbaglia paga”. Lo dichiara il senatore del Pd Giuseppe Lumia.“Nella lotta alla mafia – aggiunge Lumia – non si possono fare sconti. È una lotta che richiede coerenza e intransigenza, per cui bisogna agire come sempre su due livelli. Innanzitutto il giudizio politico: la politica deve fare la sua parte e valutare se esistono sistemi di relazioni che, al di là del giudizio penale, possano avere un risvolto negativo sulla figura del Presidente della Regione. È importante che Lombardo chiarisca e se dai fatti emergeranno rapporti consapevoli con esponenti di Cosa nostra non c’è dubbio che i siciliani dovranno avere la possibilità di scegliersi, con elezioni anticipate, il futuro Presidente della Regione. Appena le carte saranno disponibili, quindi, bisognerà leggerle e valutarle con attenzione. Allo stesso modo sul piano penale: se la Procura di Catania valuterà come fondate le accuse bisognerà trarne le debite conseguenze e Lombardo per primo dovrà assumersi le sue responsabilità”.

“È chiaro pure – conclude l’esponente del Pd – che in questo momento riforme come quella dei rifiuti facciano saltare in aria i vecchi sistemi di potere. Potrebbe, quindi, esserci una strumentalizzazione, ma ciò non può esimere Lombardo e la politica dal fare chiarezza”.

 

 

13,20 - Il Presidente della regione Sicilia Raffaele Lombardo ha convocato, d'urgenza, la Giunta regionale a Catania. Gli assessori del Governo sono stati convocati per il primo pomeriggio di oggi. All'ordine del giorno la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati dello stesso Governatore accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Con Lombardo e' stato indagato anche il fratello Angelo, deputato nazionale dell'Mpa e il deputato regionale Udc Fausto Fagone.

 

13,15 - La Procura di Catania aprira' un'inchiesta per la fuga di notizie sull'indagine aperta a carico del Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo e del fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Il fascicolo dovrebbe essere trasmesso alla Procura di Messina per competenza, in quanto coinvolgerebbe magistrati.

13,00 - “E’ necessario che la magistratura faccia chiarezza sulla vicenda che investe il presidente della Regione". Lo dice il presidente della commissione regionale antimafia, Lillo Speziale. “Di fronte ad accuse di mafia tutti, a partire dal presidente della regione, nell’interesse primario della Sicilia, debbono richiedere un’accelerazione che porti ad un rapido chiarimento. La nostra regione, anche in rapporto a vicende passate, non può permettersi ombre nelle rappresentanze istituzionali. Pertanto il Presidente Lombardo si adoperi, presentandosi dai magistrati, al fine di chiarire i contorni della vicenda che lo riguarda”.

11,00 - "Se le notizie pubblicate oggi sul quotidiano La Repubblica venissero confermate, riteniamo doveroso che il Presidente della Regione Lombardo abbia la sensibilità nonchè la responsabilità istituzionale di dimettersi". Immediato il commento di Fabio Giambrone, commissario regionale siciliano di Italia dei Valori, e di Leoluca Orlando, portavoce nazionale del partito. "Così come l'abbiamo richiesto, a gran voce, per l'ex presidente Cuffaro, siamo a ribadirlo oggi - aggiungono - Lombardo si dimetta e spieghi davanti ai giudici la sua posizione".

 

Sulla stessa linea Sonia Alfano parlamentare europeo Idv. "Che Raffaele Lombardo faccia parte di quel sistema clientelare che c'è alla base della politica siciliana lo si è sempre saputo, e io sono stata l'unica a denunciarlo pubblicamente dopo la campagna elettorale per le scorse elezioni regionali nel corso di una conferenza stampa quando venni in possesso di un file dal quale veniva fuori uno spaccato molto preciso del contesto politico nel quale il Presidente della Regione si muove: clientele, voti di scambio e controllo dell'elettorato".

"Adesso, a seguito delle indagini avviate per concorso esterno in associazione mafiosa - aggiunge - mi aspetto le immediate dimissioni. Lombardo deve capire che non può continuare a infierire anche lui su una terra che è già stata saccheggiata e violentata da numerosi suoi predecessori, e della quale - conclude - non è rimasto più nulla".

10,00 - Il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo respinge le accuse alla base dell'indagine a suo carico per concorso esterno in associazione mafiosa e va al contrattacco: "Tutto falso. Aiello non so chi sia e non ho mai fatto affari con la mafia. Ne' ho ricevuto alcun avviso di garanzia. Mi difendero' per vie legali contro chi mi lancia addosso accuse infamanti e false e presentero' un esposto per chiedere giustizia ai magistrati". Lombardo reagisce dopo le notizie dell'inchiesta della procura di Catania, a carico anche del fratello Angelo, deputato nazionale, che fa riferimento a rapporti con il capomafia catanese Vincenzo Aiello. "Accuse infondate", ribadisce, come quelle, assicura, relative a suoi presunti rapporti con l'architetto Giuseppe Liga, arrestato nei giorni scorsi e ritenuto l'erede dei boss Lo Piccolo: "Con lui solo contatti di natura politica, nient'altro. Tutta questa storia non sta ne' in cielo ne' in terra, come molto presto emergera'".

9,30 - Confermata da ambienti giudiziari qualificati catanesi la notizia di un'indagine per concorso esterno in associazione mafiosa a carico del governatore siciliano Raffaele Lombardo, riportata oggi dal quotidiano "La Repubblica". Agli atti dell'indagine ci sarebbero intercettazioni telefoniche e ambientali dei carabinieri del Ros e le dichiarazioni di un pentito. L'inchiesta riguarderebbe anche il fratello Angelo, parlamentare nazionale del Mpa.
Indagati pure il deputato regionale dell'Udc Fausto Fagone, sindaci e amministratori della provincia etnea. Alla base ci sarebbe un rapporto di tremila pagine che farebbe riferimento alle relazioni dei fratelli Lombardo con il capomafia catanese Vincenzo Aiello, arrestato il 9 ottobre scorso nel corso di un summit e indicato come uno dei boss vicini al boss ergastolano Benedetto Santapaola. Il dossier parla di appoggio e impegno elettorale delle cosche a favore dei politici. Nelle conversazioni intercettate anche le critiche che il capomafia faceva al presidente della Regione per avere voluto in giunta il magistrato antimafia Massimo Russo, ma anche togati del calibro di Giovanni Ilarda, ex assessore alla Presidenza, e Caterina Chinnici, figlia di Rocco Chinnici, capo dell'ufficio istruzione di Palermo ucciso dalla mafia nel 1983. Una parte dell'inchiesta riguarderebbe anche gli affari dei fratelli Lombardo e di esponenti politici e funzionari regionali che farebbero a loro riferimento e che hanno preso il posto dei burocrati legati all'ex governatore Salvatore Cuffaro, condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato alla mafia nel processo sulle "Talpe alla Dda" e a giudizio per concorso esterno.

Secondo quanto riporta oggi il quotidiano La Repubblica il Governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, e suo fratello Angelo sono indagati a Catania con l'accusa di "concorso esterno in associazione mafiosa". Indagati anche il fratello Angelo e l'udc Fagone. La decisione è stata presa dalla procura etnea sulla base di un corposo rapporto di tremila pagine confezionato dai Carabinieri del Ros. Il dossier, all'esame del Procuratore della Repubblica, Salvatore D'Agata, fa riferimento alle relazioni tra il Governatore e il fratello, deputato nazionale, con alcuni boss.

Nel faldone top secret, spiccano le rivelazioni di un pentito e le intercettazioni telefoniche e ambientali che documenterebbero i contatti tra il capo assoluto della mafia catanese, Vincenzo Aiello, e i fratelli Lombardo. Con loro sono indagati anche un deputato regionale dell'Udc, Fausto Fagone, il sindaco di Palagonia, altri sindaci di comuni catanesi, numerosi amministratori comunali e provinciali, che sarebbero stati eletti grazie al "massiccio" appoggio ed "impegno" delle cosche mafiose del clan storico di Cosa nostra che faceva capo a Nitto Santapaola e che ora è capitanato da Vincenzo Aiello. Quest'ultimo è stato arrestato qualche mese fa durante un summit in cui si discuteva se aprire o meno una guerra contro le bande criminali catanesi, degli appalti da gestire e di come "comunicare" con il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo che - una volta eletto a capo del Governo Siciliano - aveva eretto una vera e propria barriera per evitare intercettazioni telefoniche e "contatti" compromettenti. Accorgimenti che non hanno impedito agli investigatori del Ros di ricostruire, in due anni di indagini, le relazioni tra i fratelli Lombardo con i boss di Catania, in particolare con Vincenzo Aiello, "capo Provincia" di Cosa nostra, ed altri esponenti della malavita che durante il periodo elettorale si erano trasformati in "galoppini" raccogliendo, con le buone o con le cattive, migliaia di voti per fare eleggere Raffaele ed Angelo Lombardo, ed altri esponenti politici segnalati alle cosche mafiose. "Raffaele ha creato un circuito chiuso" diceva Vincenzo Aiello ai suoi uomini e alla persona (identificata ed indagata) che faceva da "corriere" tra Lombardo ed il capomafia riferendo soltanto "a voce". Nelle conversazioni intercettate dai carabinieri del Ros anche le "critiche" che il capomafia faceva a Raffaele Lombardo, per avere voluto nella sua giunta, magistrati-assessori, Massimo Russo, ex magistrato antimafia a capo dell'assessorato alla Sanità, Giovanni Ilarda, ex assessore alla Presidenza della Regione e Caterina Chinnici, figlia di Rocco Chinnici, capo dell'ufficio istruzione di Palermo, ucciso dalla mafia con un'autobomba nel 1983. "Raffaele ha fatto una "minchiata" a fare questi magistrati assessori, perché questi, anche se lui è convinto che lo faranno, non potranno proteggerlo" commentava il boss Vincenzo Aiello parlando con i suoi "picciotti" e riferendosi al fatto che proprio in quei giorni un alto funzionario della Regione Siciliana era stato indagato per l'appalto relativo all'informatizzazione della Regione.


Agli atti dell'inchiesta, coordinata direttamente dal Procuratore D'Agata ed affidata al procuratore aggiunto Gennaro e ad altri quattro sostituti, ci sono ore ed ore di intercettazioni telefoniche ed ambientali che inguaiano il fratello del Presidente ed il suo autista "personale". Quest'ultimo, secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Ros, teneva i rapporti ("da vicino e mai al telefono") con i boss e gli altri esponenti delle famiglie mafiose. La sua automobile era stata imbottita anche di microspie, ma l'autista, le aveva scoperte e in automobile non parlava più. Un'altra parte dell'inchiesta, molto corposa, riguarda gli "affari" dei fratelli Lombardo e di esponenti politici e funzionari regionali a loro legati che hanno sostituito i burocrati fedeli all'ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro (anche lui indagato, processato e condannato per favoreggiamento a Cosa Nostra), che controllano ormai tutti i punti vitali della spesa pubblica siciliana, dalla Sanità ai finanziamenti europei, alla formazione professionale, al grande business dell'energia alternativa, fino alla gestione dei rifiuti. L'inchiesta è ormai conclusa, i fratelli Lombardo rischiano la richiesta di arresto. Raffaele, anche se presidente della Regione, non gode dell'immunità parlamentare, per il fratello Angelo, invece, sarebbe necessaria l'autorizzazione della Camera dei deputati.