La società sta effettuando ricerche anche nella zona di mare, tra Marsala e le Isole Egadi, giacimento ritenuto, nel 1980, dall’ENI antieconomico in quanto il petrolio sarebbe sarebbe di cattiva qualità : è bituminoso, ha un alto grado di idrocarburi pesanti, è ricco di zolfo.
Le ricerche interessano aree marine di grande pregio paesaggistico, ambientale e turistico come: le Isole Egadi, una parte consistente del costituendo Parco Nazionale delle Egadi e del litorale trapanese, la Riserva dello Stagnone di Marsala, nel tratto di mare che riguarda l’Isola Lunga e Selinunte di Castelvetrano, sede della Riserva della foce del fiume Belice.
La società , San Leon Energy, ha chiesto la pronuncia di compatibilità ambientale al Ministero dell’Ambiente ed al Ministero ai Beni Culturali, al fine di eseguire tutte le azioni contenute nelle concessioni relative ai permessi per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, rilasciate nel mese di gennaio 2010, dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Le eventuali possibili perforazioni petrolifere metterebbero in serio rischio un tratto di mare e di natura ancora quasi del tutto incontaminate, con gravi danni per la flora e la fauna marina, oltre che per il turismo e l'economia di tutta l’intera zona. L’attività di ricerca, ma soprattutto di estrazione comportano evidentemente non pochi rischi ambientali: con tali ricerche si corre seriamente il rischio concreto di trovarci tra qualche anno con piattaforme petrolifere davanti alla costa e pozzi petroliferi lungo la costa, con buona pace di tutti i progetti di sviluppo turistico. Si tratta di una decisione presa dall’alto, scavalcando i comuni e la provincia, che ipoteca un modello di sviluppo basato sull’ambiente, l’agricoltura di qualità e il turismo.
Il permesso di ricercare petrolio ed idrocarburi nei territori del circondario trapanese anzidetti, in alcuni tra i luoghi simbolo del costa occidentale (dalla Riserva marina protetta delle Egadi, alla riserva delle saline di Trapani e Paceco, dallo stagnone di Marsala e dall’isola di Mothia patrimonio mondiale dell’Unesco fino alla zona litorale del parco archeologico di Selinunte e della Riserva naturale della foce del fiume Belice), va immediatamente bloccato dalla Regione Siciliana, poiché in assoluto contrasto con il modello di sviluppo previsto dal sistema dei Distretti turistici e con il piano paesaggistico regionale.
PER SAPERE:
Quali passi o iniziative formali la S.V. abbia intrapreso o intenda intraprendere a tutela dell’economia e dell’ambiente del nostro territorio per impedire che continuino tali attività di ricerca e semmai che possano venire successivamente (e disgraziatamente) concesse le autorizzazioni all’estrazione e se non ritenga di attivarsi urgentemente presso il Governo della Regione ed il Governo centrale, nonché anche verso le competenti Commissioni parlamentari avanzando formale richiesta di audizione in tal senso, per chiedere una apposita specifica iniziativa legislativa a protezione del nostro sistema eco-ambiente marino e costiero che scongiuri anche solo l’eventualità di tali insediamenti.
Consigliere Comunale Fabio Bongiovanni