Al primo, il gip aveva imposto gli arresti domiciliari nella sua abitazione del capoluogo piemontese, mentre l'obbligo di dimora a Marsala (adesso avrà soltanto l'obbligo di presentazione, una volta a settimana, in Commissariato).Ormai non sussistono più le esigenze cautelari. Rimangono in piedi le accuse. Le truffe che sarebbero state attuate ai danni di diciassette marsalesi ai quali è stato fatto credere di poter fare ottimi affari comprando a prezzi «stracciati» automobili, motociclette, imbarcazioni da diporto motori fuoribordo, etc., alle aste giudiziarie del Tribunale di Torino. Ma quelle aste, in realtà, non erano state mai bandite. Alle vittime, infatti, venivano mostrati documenti falsi. I truffati si accorgevano del raggiro soltanto dopo aver pagato la somma richiesta.
Quando, dopo lunga attesa, ancora non vedevano neppure l'ombra del bene che pensavano di avere acquistato. L'indagine è stata condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza presso la Procura.