Il ragazzino correva in bicicletta e per cause che il processo dovrà chiarire, è rimasto schiacciato tra un autocarro e il muro in pietra (non è chiaro se ha battuto il capo sul mezzo o sul muro). A guidare il camion Salvatore Nuccio, 28 anni, imputato con l'accusa di omicidio colposo.
«Il ragazzo - ha detto Ferrari, che eseguì la ricognizione cadaverica - aveva anche una ferita da taglio alla mano destra». Il giudice, Silvia Artuso, gli ha chiesto se ciò poteva essere addebitato al fatto che la vittima si era appoggiato alla sponda del camion. Circa la dinamica, si era anche ipotizzato che il ragazzo, che conosceva l'autista del mezzo, si fosse «agganciato» alla sponda, per finire rovinosamente a terra nel punto in cui la carreggiata era più stretta. Ma di ciò non c'è certezza. Prima del medico, aveva testimoniato Teresa Lo Grasso, che abita nella casa di fronte al luogo incidente. La prima ad accorrere. «Non sentii alcun rumore - ha detto la donna - ma delle voci, che prima mi erano sembrate quelle di ragazzini che correvano in bicicletta, poi ho capito che non erano voci gioiose, ma lamenti. E sono uscita fuori. Ho dato il mio telefonino ad altra persona per chiedere i soccorsi e quando ho visto che il bambino era morto ho preso un lenzuolo bianco e l'ho coperto…».
In aula anche il padre della vittima, Baldassare Nizza, che mentre ascolta le testimonianze piange.
Antonio Pizzo - La Sicilia