Per questo, il Tribunale ne ha disposto, per il 14 marzo, l'accompagnamento coattivo.
Protagonista il marsalese Giovanni Tumbarello, uno dei principali testi nel processo che ha già visto patteggiare la pena all'imprenditore edile Pasquale Bosco.
Al centro dell'indagine che era stata condotta dalla Guardia di finanza, c'è la vendita di un terreno in contrada Berbaro Rina, che secondo l'accusa Bosco avrebbe ceduto fittiziamente per evitare che fosse incluso nei beni da sequestrare a seguito del fallimento della sua impresa, la «BI Costruzioni srl».
Bosco vendette il terreno a Tumbarello, considerato un prestanome (ma non imputato), che a sua volta lo ha ceduto all'immobiliare Escondido, i cui soci sono finiti sotto processo (legale rappresentante della società è l'ex allenatore del Marsala calcio Matteo Gerardi).
Nel corso del processo, intanto, secondo l'accusa, alcuni testi si sarebbero contraddetti o addirittura hanno «ritrattato» quanto dichiarato in fase d'indagine. E per questo rischiano di essere indagati per calunnia o falsa testimonianza.
Ma la difesa (avvocati Ignazio Bilardello e Giacomo Lombardo) punta proprio su quanto viene dichiarato in aula per poi arrivare ad invocare l'assoluzione. «L'accusa ipotizzata - ripete l'avvocato Bilardello - non mi convince. E questo perché chi ha venduto il terreno alla società Escondido ha addirittura presentato istanza di fallimento verso gli acquirenti».
Antonio Pizzo - La Sicilia