mancanza di stile e disponibilità ad un confronto civile,- dichiara Giulia Adamo, capogruppo UDC all’ARS - ma conferma il loro nervosismo rispetto ad un partito che, invece di stare a rimpiangere la loro fuoriuscita, ha preferito rilanciare la sua azione politica ispirata ai valori cristiani ma aperta al dialogo con le istanze della cultura laica. Dopo quanto ha sostenuto alla Camera a difesa del Premier Berlusconi circa i suoi rapporti con la mancata ‘nipote di Mubarak’, l’on.Romano è titolato a dare giudizi circa i ‘valori cristiani’ quanto lo sarebbe Cetto La Qualunque (di cui sarebbe degnissimo collega di partito) a tenere una lezione accademica di filosofia. Rassicuro l’on.Romano che l’ingresso mio e degli amici che mi sono vicini nell’UDC si è determinato raccogliendo la coraggiosa sfida lanciata da Pierferdinando Casini, sfida rivolta ad una Sicilia che finora ha subito la mancanza di una rappresentanza politica ispirata da passione civile, difesa dei diritti, buona e trasparente amministrazione, risparmio ed efficienza nel settore pubblico e sostegno al mondo del lavoro produttivo, quello che realizza posti di lavoro veri (agricoltori, allevatori, pescatori, artigiani, commercianti e piccoli industriali). Un ‘mondo’ con cui l’on.Romano non ha mai potuto costruire un rapporto di sinergia e rispetto, non avendo gli strumenti culturali e morali per farlo. Da laica di buone letture consiglio al leader Pid di leggere il versetto evangelico di Matteo 23,27 e di pensare a quanti fardelli si trova addosso il popolo siciliano grazie ai disastri lasciati dai suoi sodali"
Per quanto riguarda me e l’UDC – conclude il presidente Adamo- continueremo a lavorare alla costruzione di un’alleanza di laici e cattolici che lavori per lo sviluppo della Sicilia.