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27/04/2011 08:51:02

Oggi a Palermo la manifestazione contro i pedaggi autostradali


Ecco il documento informativo

Al Presidente della Regione siciliana nella sua qualità di Ministro del Governo Italiano

I cittadini siciliani oggi scesi in piazza e tutti quelli che, non potendolo fare materialmente, comunque condividono le ragioni della manifestazione, chiedono che il decreto del Consiglio dei Ministri, per mezzo del quale si dovrebbe introdurre in Sicilia il pagamento di un pedaggio su tutte le tratte ANAS, venga definitivamente revocato per i seguenti motivi:

1. alcune delle tratte stradali ANAS (raccordi) soggette, secondo il decreto, al pedaggio, non rientrano tra le tipologie di strade pedaggiabili secondo le normative europee e nazionali (Direttiva n. 2006/38/CE, D.Lgs. 7/2010), come sentenziato dal TAR del Lazio (provvedimento numero 201101566 del 21/2/2011) che ha annullato, su ricorso della Provincia di Roma, un analogo decreto che mirava ad istituire i pedaggi sul Grande Raccordo Anulare;



2. molte delle tratte stradali soggette, secondo il decreto, al pedaggio, non sono classificabili come “autostrade” perché non rispondono ai relativi requisiti elencati nel Codice della Strada e nel Decreto Ministeriale 5 novembre 2011 (“Norme funzionali geometriche per la costruzione delle strade”), in quanto:
1. hanno corsie di marcia ridotte;
2. sono prive, specialmente in galleria, di corsie di emergenza o banchina pavimentata di larghezza adeguata a destra e di banchina pavimentata a sinistra, con conseguenti pericoli per gli utenti a causa della presenza di vegetazione troppo a ridosso delle corsie di marcia e la riduzione della visibilità in curva;
3. non sono attrezzate con aree di servizio;
4. non sono dotate di barriere di sicurezza di classe adeguata agli standard di legge;
5. presentano limiti di velocità (anche 60 km/h) inadeguati a causa di difetti di progettazione plano-altimetrica
6. hanno livelli di servizio insufficienti rispetto a quanto previsto dalle normative, e di conseguenza frequenti intasamenti e disagi notevoli in termini di inquinamento, tempi di percorrenza e stress;
3. lo stato di tutte le tratte stradali ANAS in Sicilia soggette, secondo il decreto, al pedaggio, è disastroso a causa della cattiva manutenzione; si può infatti constatare che quasi tutti i viadotti della rete autostradale a gestione ANAS della Sicilia sono vetusti, ammalorati ed insicuri, tanto da determinarne la chiusura, la circolazione ad una corsia per senso di marcia o, nei casi più fortunati, la riduzione di 40 km/h dei limiti di velocità, oltre che l’aumento del rischio di incidenti;
4. le vie di comunicazione alternative a quelle stradali, in primis la rete ferroviaria (in moltissimi casi ancora a binario unico e non elettrificata), sono arretrate ed inefficienti, con tempi di percorrenza a volte anche quintuplicati rispetto alla media del Paese, per cui non possono rappresentare una vera alternativa ed il cittadino siciliano si vede costretto, per i suoi spostamenti, a fare uso della rete stradale e autostradale.;
5. la rete stradale alternativa a quella autostradale è insufficiente e in condizioni disastrose - e, comunque, di livello nettamente inferiore alla media del Paese - per cui essa non può rappresentare una vera alternativa per il cittadino siciliano che, quindi, si vede costretto ad usare la rete autostradale.
6. lo Statuto di Autonomia della Regione Siciliana, legge costituzionale di rango superiore a qualunque decreto, dispone che
1. “l'Assemblea regionale può, al fine di soddisfare alle condizioni particolari ed agli interessi propri della Regione, emanare leggi, anche relative all'organizzazione dei servizi, sopra le […] comunicazioni e trasporti regionali di qualsiasi genere” (articolo 17);
2. “I beni di demanio dello Stato, comprese le acque pubbliche esistenti nella Regione, sono assegnati alla Regione, eccetto quelli che interessano la difesa dello Stato o servizi di carattere nazionale” (articolo 32).

Per quanto detto, le autostrade dovrebbero, quindi, essere di proprietà della Regione e solo essa potrebbe decidere di introdurre eventualmente - ed incassare - il pedaggio.

I cittadini Siciliani dicono NO all’introduzione di pedaggi sulle nostre cosiddette autostrade, ed insieme manifestano il proprio dissenso contro un provvedimento che li offende e li fa sentire ancora più isolati e lontani dal resto del Paese, rispetto al quale sono già troppo indietro, senza il bisogno di ulteriori vessazioni .

Come cittadini abbiamo costituito un coordinamento spontaneo, ci siamo confrontati su ciò che l’introduzione dei pedaggi poteva significare per noi, per la nostra economia, e per la nostra dignità di siciliani, già separati nettamente dal resto d’Italia; abbiamo coinvolto tanti altri cittadini come noi, ma anche tanti amministratori locali, di tutti gli schieramenti, ed insieme abbiamo intrapreso numerose iniziative con il solo scopo di fare revocare un provvedimento iniquo e dannoso per la nostra economia, già in forte crisi anche a causa della carenza di quelle infrastrutture la cui presenza ed efficienza renderebbe legittima la richiesta di un pedaggio; in Sicilia, invece, le autostrade sono tali solo sulla carta, poiché in realtà molte di esse difettano degli standard minimi dimensionali, di sicurezza e di servizi, per non parlare di tanti tratti ancora sottoposti a manutenzioni infinite.

Una tale situazione richiederebbe attenzioni ben diverse da parte di chi ci governa, interventi strutturali per porre fine alle tante vergognose carenze di collegamento tra le nostre città e tra la Sicilia ed il resto d’Italia e d’Europa, non certo una ulteriore vessazione a danno della nostre famiglie che già lottano per arrivare alla fine del mese; una nuova tassa per autostrade fantasma è per noi un affronto troppo grande, un gesto di indifferenza verso i tanti uomini e donne che con il loro lavoro contribuiscono alla crescita morale, culturale ed economica dell’intero Paese.

Noi ci rivolgiamo alle nostre istituzioni, primo tra tutti il Presidente della Regione, come nostra voce all’interno del Governo nazionale, perché difendano il nostro diritto ad avere strade sicure, moderne, capaci di sopportare quei traffici turistici e commerciali che sono il sale per la nostra terra, perché, in altre parole, spostino l’attenzione sui nostri legittimi bisogni, e non più solo sulle nostre tasche.

Riteniamo quindi che i pedaggi rappresentino una vessazione, dal momento che è chiaro che le nostre eventuali contribuzioni non sarebbero reinvestite sul territorio per garantirci gli standard minimi di modernità, ma ancora una volta andrebbero a coprire i tanti sprechi commessi dai governi centrali che negli anni hanno operato politiche tese esclusivamente a favorire alcune regioni; proprio quelle regioni i cui cittadini hanno mandato il chiaro segnale che il consenso nasce dalla garanzia che i loro bisogni saranno soddisfatti dalla presenza attiva dello Stato e dei suoi rappresentanti.

Sia chiaro che da oggi anche i siciliani intraprendono questa strada verso il cambiamento; migliaia sono le firme raccolte da semplici cittadini ma anche da molti amministratori appartenenti ad ogni schieramento, che con noi condividono il fine ideale di cancellare ciò che può essere davvero definito “pizzo”. Oggi i cittadini ed i tanti amministratori si uniscono in una battaglia ideale che va oltre il rifiuto di una nuova tassa, noi chiediamo la presenza dello Stato, chiediamo che la nostra regione recuperi il tempo perso, chiediamo le stesse autostrade e gli stessi servizi già esistenti in altre regioni come in tutta Europa, chiediamo di essere riconosciuti come cittadini di questo Paese.

La nostra non è semplice protesta, ma soprattutto proposta, poiché la Sicilia ed i Siciliani chiedono il rispetto che meritano, senza il quale non vi sarà più consenso nei confronti di una politica che da troppo tempo prende qui per portare altrove, ed in questo senso ci rincuora l’aver accanto i tanti sindaci e consiglieri comunali che per la prima volta hanno sconfessato ogni appartenenza partitica per intraprendere una battaglia di civiltà a favore dei cittadini siciliani, indipendentemente da ogni tornaconto personale.

Con questo spirito, e consapevoli della nostra forza ideale, politica e culturale, noi cittadini siciliani continueremo nella nostra lotta perché ci vengano riconosciuti i nostri diritti, affinché da parte dello Stato e dei vari governi che si succederanno vi sia rispetto per noi, per le nostre esigenze e per la nostra autonomia, e solo allora, quando la Sicilia ed i Siciliani si sentiranno pienamente cittadini di questo Paese, solo allora la nostra battaglia ideale sarà vinta, allorché sapremo che ogni contributo sarà dato per un buon servizio o per una buona causa, e soprattutto verrà reinvestito per noi e per la nostra terra.