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15/09/2011 04:11:45

Ma oggi non doveva riaprire al 100% l'aeroporto di Trapani?

giorno della totale riapertura dello scalo aeroportuale "Vincenzo Florio", che, dall'inizio delle operazioni militari in Libia è stato prima chiuso e poi aperto solo parzialmente.  

“Possiamo considerare assolutamente rispettato il termine massimo del 30 settembre previsto dal Parlamento per la definitiva chiusura delle operazioni militari -  aveva dichiarato il senatore Antonio d’Alì -. Tutto cio che riguarda la riapertura al 100% del traffico civile può essere definito con decorrenza dal primo ottobre. Chiederemo, tuttavia, una apertura ancora maggiore, rispetto a quella già programmata, a partire dal 15 settembre in concomitanza di eventuali voli civili privati che potrebbero atterrare a Trapani in occasione delle regate veliche”.

Una volta conquistata Tripoli da parte dei ribelli appoggiati dalla Nato, e costretto alla fuga Gheddafi, in molti si aspettavano non solo la fine delle ostilità ma il ritorno alla normalità per il "Vincenzo Florio". Ed invece sembra non essere cambiato nulla. L'aeroporto è ancora sotto utilizzato e i piani di fuga di Ryanair si fanno giorno dopo giorno via via più concreti. 

A questa vicenda se ne aggiunge un'altra che riguarda un'altra promessa del Governo, quella di un ristoro di 10 milioni di euro di risarcimento danni alla Provincia Regionale di Trapani e all'aeroporto di Birgi, proprio in virtù dei disagi enormi causati alla nostra fragile economia proprio dalla chiusura perentoria dell'aeroporto. Ebbene, questi soldi ancora non si sono visti. E si è fatta, come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, un'imbarazzante scoperta. Ovvero che questi soldi verranno dati a Trapani sottraendo le somme delle tasse d'imbarco destinate agli altri Comuni italiani. Una cosa che ha mandato in bestia tutte le amministrazioni comunali di città che gestiscono aeroporti, soprattutto al Nord, con una protesta che monta giorno dopo giorno. 

Scrive Italia Oggi che  i sindaci degli altri comuni che si sono visti scippati dei fondi con il blitz dell'esecutivo, non stanno con le mani in mano e preannunciano iniziative che potrebbero sfociare anche in ricorsi alla Corte costituzionale.

I soldi sono a rischio? Secondo Antonio D'Alì,no: "I soldi per Trapani si possono prelevare dall’imposta sul valore aggiunto". D'Alì parla di un  "grosso pasticcio compiuto dal Ministero dell’Economia". E spiega: "Il governo ha deciso di prelevare i dieci milioni di euro destinati ai territori danneggiati a seguito dei recenti interventi militari in Libia dal fondo dell’addizionale comunale sui diritti d’imbarco sottraendoli ai comuni. Una decisione che ha provocato la durissima presa di posizione dei sindaci". Il fondo fu istituito proprio su indicazione del senatore D’Alì, all’epoca sottosegretario all’Interno con delega agli enti locali, al fine di consentire ai piccoli centri presenti nelle zone aeroportuali di coprire le spese per servizi resi a supporto delle strutture. Il parlamentare assicura che i dieci milioni destinati alla provincia di Trapani, l’unica ad essere danneggiata a seguito delle limitazioni aeree, non sono a rischio: “I dieci milioni per Birgi non corrono pericoli”

E cosa pensa della vicenda il Presidente dell'Airgest, Salvatore Ombra? “Non sono un politico. Non voglio entrare nel merito della questione. Francamente, questa presa di posizione dei sindaci, mi stupisce. Non sto a sindacare dove vengano presi i soldi. Ma, francamente, mi sembra assurdo che qualcuno possa solo velatamente insinuare che non abbiamo subito danni. I dati sono sotto gli occhi di tutti. Nel corso degli ultimi mesi abbiamo subito, a causa della limitazione dei voli civili, un calo del 25 per cento dei passeggeri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le piazzuole di sosta sono ancora requisite. Credo quindi che Trapani abbia pienamente diritto ai fondi che sono stati stanziati con apposita legge. Non comprendo perché dovrebbe essere l’unica a pagare per un intervento militare che dovrebbe riguardare l’intera nazione. Mi dispiace dover constatare che, forse, l’Italia unita è rimasta nella mente di Giuseppe Garibaldi e che ancora oggi prevalga la logica delle fazioni e dei territori”.