Ma oggi la tanto vituperata casta politica siciliana ha un'occasione d'oro per frenare il moto di indignazione che sale sempre più forte dai siciliani. All'Ars sarà infatti oggi in discussione il disegno di legge che - per la prima volta - stabilisce la diminuzione dei deputati regionali dagli attuali 90 (il numero più alto in Italia) a 70. Per le casse pubbliche siciliane si tratterebbe di un risparmio di ben 35 milioni di euro per l'intera legislatura.
La Sicilia ha il numero di deputati regionali piu' alto in termini assoluti: Abruzzo 45, Basilicata 30, Calabria 50, Emilia Romagna 50, Friuli Venezia Giulia 59, Lazio 71, Liguria 40, Lombardia 80, Marche 40, Molise 27, Piemonte 63, Puglia 70, Sardegna 80, Sicilia 90, Toscana 65, Trentino Alto Adige 70, Umbria 30, Valle D'Aosta 35 e Veneto 60.
“La riduzione del numero dei parlamentari regionali ha una valenza enorme in una realtà nella quale si registra il più alto indice di povertà tra le regioni del Mezzogiorno. Non si può tollerare la riduzione, già fatta, degli assessori comunali, senza avere la capacità di autoriformarsi. L’idea che i sacrifici debbano essere fatti sempre dagli altri - sottolinea uno dei sostenitori della legge, Giovanni Barbagallo - deve essere superata. A livello nazionale ed europeo capirebbero che la Sicilia non detiene soltanto primati negativi, ma è in grado di esprimere una volontà riformatrice positiva. La riduzione dei deputati regionali avrebbe un grande significato politico. Il dibattito sul federalismo si arricchirebbe di una scelta importante”.
Il presidente dell'Ars, Cascio, spera di portare la legge a casa entro Natale. Sulla carta sono tutti d'accordo, ma, come al solito, si cercherà la scusa o il trucco per non intaccare neanche questo privilegio. Il più chiaro in questo senso è stato Raffaele Lombardo: "Il nostro è un parlamento, non un semplice consiglio regionale. Se si diminuisce il numero di deputati province come quelle di Enna e Caltanissetta non avrebbero rappresentanza". E allora? Non dovevano abolire anche le province?
Sull'Ars però ci sono le pressioni dei sindacati, dei giornali, delle organizzazioni dei liberi professionisti, che hanno fatto proprio il decalogo lanciato da La Repubblica e che vedete in questo articolo. Il movimento 5 stelle ha consegnato all’Ars una petizione con 10 mila firme per tagliare le indennità ed abolire vitalizi e assegni di fine mandato.