Nonostante l'incontro avuto ieri a Palazzo d'Orleans con il presidente della Regione e con i prefetti di Palermo e Catania, i Forconi non sembrano nelle condizioni di garantire la fine dei blocchi. A nulla sono bastati i 15 milioni della Cassa Credito Artigiani destinati al credito agevolato per gli autotrasportatori.
Da lunedì, ormai, la Sicilia è in mano ai camionisti dell'Aias capeggiata da Giuseppe Richichi, dal movimento politico di Forza d'Urto, e dal movimento dei Forconi, con a capo Martino Morsello. Tra i Forconi è confermata la presenza di uomini di Forza Nuova.
Intanto la benzina è esaurita quasi ovunque, i generi di prima necessità scarseggiano in molte città e sulla protesta iniziano a piovere ombre e sospetti. “Forme inconcludenti, dannose, inaccettabili di una protesta che sta arrecando gravi danni all’economia siciliana per favorire gli interessi criminali e mafiosi da sempre legati alla filiera dei trasporti e dell’agroalimentare” scrivono Cgil, Cisl e Uil in un documento congiunto. Il presidente di Confindustria siciliana, Ivan Lo Bello, ha denunciato “infiltrazioni mafiose” nel movimento. L'associazione degli industriali ha anche affermato che il 70% della produzione è ferma e ha invitato gli associati a una contromanifestazione, attuando una serrata degli impianti.
A seguito di queste dichiarazioni Martino Morsello ha iniziato uno sciopero della fame. “Col mio gesto – dichiara Morsello - voglio che venga accertata la verita' di tali gravissime affermazioni e conoscere i nomi dei personaggi mafiosi che potrebbero essere vicini al nostro movimento Non ci puo' essere nessuna ombra di dubbio di collegamenti con esponenti mafiosi. Mi redo disponibile immediatamente a collaborare con Ivan Lo Bello e i rappresentanti di categoria e le istituzioni per arrivare ad accertare eventuali infiltrazioni che potrebbero mettere in cattiva luce il movimento stesso”.
Morsello può vantare la benedizione politicà di Gianfranco Miccichè, leader di Grande Sud, che dal suo blog condivide “questa sacrosanta protesta che imperversa per le strade della Sicilia. Lo dico chiaramente: è un movimento di massa che viene dal popolo e tale deve rimanere, per mantenere questa sua straordinaria dirompenza”.