A ogni rivoluzione i rivoltosi si avventano sui simboli del passato regime. Abbattono statue, rovesciano monumenti, sbriciolano emblemi e insegne. E’ la prima cosa che viene spontaneo e facile fare. Ogni rivoluzione che si rispetti ha tra i suoi must la caduta bronzea del tiranno, che non sarà un pranzo di gala come diceva quel tale, ma ha oramai anche lei le sue regole fisse. Una forma di damnatio memoriae che affonda le sue radici nella storia antica dell’umanità. Un tempo operata dai vincitori nei confronti dei vinti. A Salemi però non di un dittatore si è trattato. Più semplicemente di un sindaco assenteista, obbligato alle dimissioni, perché non si sarebbe accorto di quanto accadeva attorno. Nessuna rivoluzione sanguinosa è divampata. E’ bastato un provvedimento burocratico del Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri con il quale si è sciolto il Comune per infiltrazioni mafiose (non piovane, come graziosamente ha ironizzato il giornalino locale). E tuttavia le teste sono rotolate ugualmente. Non solo degli assessori e dei consiglieri comunali, ma anche quelle dell'ex addetto stampa Nino Ippolito e dell'ex caposettore dei Servizi finanziari Bartolomeo Caruso. Oggi intanto la gestione della cosa pubblica, come dopo tutte le “rivoluzioni”, viene esercitata da una sorta di “direttorio”. Si tratta della Commissione Straordinaria composta dal viceprefetto Nicola Diomede, dal dirigente Vincenzo Lo Fermo e presieduta da Leopoldo Falco. Avrà il compito non facile di “ridare al Comune il ruolo che gli compete, dopo la confusione e il non rispetto dei ruoli” createsi durante l’Amministrazione di Vittorio Sgarbi.
E’ iniziato con queste parole l’incontro che la Commissione ha voluto avere con i rappresentanti della stampa. A pronunciarle è stato il presidente dottor Falco. Il primo di una periodica serie, ha sottolineato. Il termine “confusione” sarà il leit motive della conferenza. Già. Perché in questi frenetici tre anni a quanto hanno potuto accertare “si sono sviluppate due contabilità parallele: quella dell’Ente e quella politica. Noi oggi abbiamo il dovere di mettere ordine. Occorre riportare le spese sostenute, senza impegni, nella contabilità ordinaria fonte di una serie di "danni" ai quali dovremo porre rimedio come ad esempio alcune spese commissionate senza preventivarne prima la copertura finanziaria". Come ad esempio l'affissione della pubblicità sul museo della Mafia all'aeroporto di Palermo. In un biennio sono stati spesi 48milla euro in assenza di contratto sottoscritto dal Comune. Dal prossimo mese di giugno non ci sarà più. La stessa sorte hanno avuto le due strutture ubicate l’una nella centralissima Piazza Libertà, proprio davanti alla statua del santo patrono della città Nicola e l’altra in contrada Vignagrande, all’ingresso della città. Innalzate forse senza l’ombra di una autorizzazione formale, furono al centro di molte polemiche e di qualche denuncia. Dovevano servire per l’affissione di manifesti giganti per pubblicizzare eventi comunali, si disse. Ma già fin dall’esordio, con il primo manifesto 6x3 che riportava a caratteri di scatola la scritta “SALEMI, LA CITTA’ DI SGARBI” scoppiarono le prime scintille. Apparve alla gran parte della cittadinanza offensivo.
Il livello di guardia però venne superato allorquando lo scorso anno furono utilizzate anche per attaccare le istituzioni. Fu in seguito all’inchiesta “Salus Iniqua” che comparve il manifesto che denunciava “Ma quale mafia! Cittadini, ribellatevi!” La firma era di Vittorio Sgarbi. Si giustificò dicendo che la sua era un atto “per denunciare le ricostruzioni di alcuni investigatori in relazione ai presunti tentativi di condizionamento dell’attività amministrativa” da parte dell’ex deputato della Dc Giuseppe Giammarinaro, ritenute false dal critico d’arte.” Ma le polemiche si surriscaldarono ulteriormente quando in un altro maxi manifesto Sgarbi elencò i nomi di tre sindaci suoi predecessori che, a suo dire, erano stati al pari suo “uomini graditi a Giammarinaro” . Con la differenza che loro lo erano stati sottobanco, mentre lui alla luce del sole! Qualcuno di questi, a quanto pare avanzò querela. E’ certo comunque che, lo scorso mese di febbraio, dalla Procura della Repubblica di Marsala fu richiesta al Comune l’acquisizione dell’incartamento che riguardava l’installazione delle strutture metalliche. Evidentemente si intendeva verificarne la regolarità, sulla quale i dubbi e le perplessità erano state avanzate anche dai consiglieri comunali del Pd. (Discorso a parte sono le decine di cartelloni installate lungo i 6 Km che portano dallo svincolo dell’Autostrada fino alle porte della città: molti furono oscurati quasi subito da mano ignota tra cui uno che recitava un velleitario “Salemi, capitale provvisoria del Tibet). Ma dai Commissari è stato revocato anche l’affitto della “patrizia” Casa Scurto, costata all’ignaro contribuente salemitano la bellezza di 15mila euro all’anno. Era stata scelta da Sgarbi come prestigiosa sede di rappresentanza, per le poche volte che era presente in città. Qualcuno ha fatto il calcolo, al netto delle sue assenze, del suo costo reale mensile. E così, dopo lo smantellamento delle tre strutture, anche il costo di questa residenza è stato tagliato. Assurti a simbolo di un triennio che mai più si ripeterà, come i regimi che alla fine si sbriciolano. Per fortuna il dottore Falco ci ha rassicurato che il bilancio del Comune è solido e non c’è pericolo di alcun default. Presto dovrebbe, ha aggiunto, insediarsi il nuovo Collegio dei revisori dei conti che avrà il compito di "esitare" il consuntivo e il bilancio di previsione. Per il resto sono previsti una serie di tagli di spese ritenute inutili. Mentre sarà ripresa l’ attività della Commissione ex art. 5. Sarà composta dagli stessi commissari, i responsabili del Genio civile e i rappresentanti sindacali. Nel frattempo sabato mattina una delegazione del PD di Salemi - formata dalla segretaria Daniela Drago, dal Presidente Antonio Brunetta e dagli ex Consiglieri Comunali Calogero Angelo e Domenico Venuti – è stata ricevuta presso il Comune di Salemi dal Dott. Falco, Presidente della Commissione Straordinaria che amministra la Città. Tra i temi affrontati particolare rilievo ha assunto quello dell’imminente applicazione dell’IMU, per la quale è stata caldeggiata l’esigenza di determinare un’aliquota bassa anche in considerazione dell’alto numero di unità immobiliari scarsamente produttive di reddito. Sul punto si è convenuto che prima della quantificazione sarà necessario mettere ordine alla situazione contabile ed economica dell’Ente, segnata da anni di gestione poco oculata, al fine di accertare le reali esigenze di cassa. Ci auguriamo di sbagliarci, ma con questa precisazione i cittadini salemitani forse dovranno stringere la cinghia più di altri. Il tutto mentre continuano le forti scosse del sisma nella zona d’origine di Vittorio Sgarbi. Che ancora una volta non ha avuto il buon gusto di stare zitto, offendendo le popolazioni del sud, che a suo dire, in situazioni simili sanno solo piangersi addosso. Forse per la delusione subita a Cefalù che non è rimasta ammaliata dalle sue urla, a differenza di quanto era accaduto a Salemi . Forse perché in quella cittadina mancava il Giammarinaro di turno.
Franco Lo Re