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01/06/2012 20:08:55

Scrive la FLMU-CUB Trapani sul protocollo d'intesa tra Satin-CNT e Jam Joom.

Presumibilmente il suddetto accordo ha lo scopo di evitare che le aziende della famiglia D'Angelo subiscano quel tracollo finanziario che, altrimenti, inevitabilmente le attenderebbe. Tracollo che è stato utilizzato, a suo tempo, per giustificare i nostri licenziamenti.

Ci sembra ovvio che il sopraindicato protocollo d'intesa debba affrontare e risolvere prioritariamente la nostra attuale situazione. Riteniamo quindi una necessità impellente venire informati su ciò che esso prevede in merito alla nostra riassunzione, o comunque in che misura questo accordo influisce positivamente sulla vertenza in corso. Di conseguenza ci chiediamo: perché non siamo stati informati tempestivamente dall'azienda di quanto stava avvenendo?

Siamo certi che il predetto accordo si occupa nel dettaglio delle nostre riassunzioni e che il piano di rilancio del cantiere navale include il reintegro delle maestranze in mobilità come componente indispensabile per lo stesso, perché, se così non fosse, ci chiediamo cosa diamine vuol dire “protocollo d'intesa” per un'azienda, come la Satin-CNT, che è sul baratro del fallimento e che è, senza tema di smentita, assolutamente impossibilitata a proseguire l'attività per mancanza di uomini e mezzi.

In ultima analisi non resta che sperare che non si tratti una montatura atta sabotare quella verità che diciamo da mesi, e cioè che il Cantiere navale di Trapani in seguito ai debiti multimilionari che lo affliggono è da considerarsi fallito, e per la mancanza delle più elementari condizioni necessarie allo svolgimento della sua attività è assolutamente inidoneo a detenere la concessione demaniale dell'area sul quale sorge.

Di conseguenza chiediamo che venga convocato un tavolo di discussione per permetterci di venire informati esaurientemente sugli ultimi sviluppi, che includa oltre alla scrivente e alla dirigenza aziendale, anche tutti quei soggetti istituzionali autorizzati ad intervenire nel merito della questione.




FLMU-CUB
Antonino Di Cola