Si tratta dell'esito di un indagine condotta dai carabinieri su un giro d'affati di oltre un milione di euro circa la fittizia compravendita di auto tra Italia e Germania. Le truffe, hanno spiegato gli inquirenti, venivano realizzate ''mediante la stipula di contratti di vendita di auto di grossa cilindrata che non erano mai state nella effettiva disponibilità della concessionaria, auto vendute sulla carta e mai consegnate, o di vendita di auto ricevute in permuta o in conto vendita, prive sia dei documenti di circolazione che di proprieta', ma accompagnata dal rilascio di documento provvisorio di circolazione attestante falsamente la presenza presso l'agenzia di disbrigo pratiche automobilistiche dei documenti originali''.
Tra gli indagati anche l'ex consigliere comunale dei Verdi, Giuseppe Patrik Basile, 37 anni, titolare di un'agenzia automobilistica. Con lui indagati anche altri tre titolari di agenzie di disbrigo pratiche automobilistiche di Marsala, Anna Concetta Pinto, di 41 anni, Piero Genna, di 40, Girolamo Stassi, di 51. Per tutti loro l'accusa è di falso.
Si tratta di una posizione defilata rispetto a quelle, più gravi, che colpiscono altri indagati, che già nel 2007 furono colpiti da alcune ordinazione di custodia cautelare. Nell'agosto del 2007 furono arrestati i gemelli Giovanni e Giorgio Arena, di 37 anni, originari di Palermo, ma residenti a Marsala, dove gestivano ''di fatto'' la Autoelite srl. L'obbligo di dimora fu, invece, disposto per Pietro Giuseppe Centonze, di 37 anni, cugino del capo mafia di Marsala Natale Bonafede.
Dell'organizzazione avrebbero fatto parte altre cinque persone, per le quali il gip dispose misure cautelari alternative. Il divieto di dimora a Marsala fu ordinato per Elena Ventura, di 61 anni, palermitana, madre dei fratelli Arena e amministratore dell'Autoelite, mentre l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria fu ordinato per i marsalesi Domenico Crimi, di 30 anni, Giuliano Balsamo, di 59, Gianvito Marino, di 36, e Saverio Fici, di 41, tutti dipendenti dell'Autoelite.
Davanti al gup Annalisa Amato si è già tenuta la prima udienza preliminare. La prossima sarà il 2 ottobre. Pm è Nicola Scalabrini. Tra gli avvocati difensori, Alessandro Casano, Paolo Paladino, Diego Tranchida, Luisa Calamia, Erino Lombardo e Salvatore Bilardello.
Le relative indagini sono state avviate in seguito a numerose denunce da parte di persone che affermavano di essere rimaste vittima di una truffa.
"Il meccanismo della truffa - affermano gli investigatori - era caratterizzato dalla preventiva ricerca delle vittime, generalmente individuate tra i soggetti che avevano operato delle inserzioni di vendita dell'autovettura sul periodico "L'Affarone" seguita dalla promessa, reiterata ed insistente, di condizioni contrattuali particolarmente vantaggiose, rese credibili attraverso la creazione di una fittizia struttura organizzativa di tipo aziendale attrezzata con due sedi a Marsala, una in via del Fante e l'altra in via Favara, destinate ad esposizione e vendita di autovetture e dotata di uno svariato numero di apparenti dipendenti".
Le truffe venivano realizzate "mediante la stipula di regolari contratti di vendita di auto che non erano mai state nella effettiva disponibilità della concessionaria, autovetture vendute sulla carta e mai consegnate, o di vendita di autovetture ricevute in permuta o in conto vendita, prive sia dei documenti di circolazione che di proprietà, ma accompagnata dal rilascio di documento provvisorio di circolazione attestante falsamente la presenza presso l'agenzia di disbrigo pratiche automobilistiche dei documenti originali. Tutto ciò all'insaputa dei legittimi proprietari".
Giovanni Arena era latitante ed è stato arrestato lo scorso Febbraio a Bologna. Era pronto a fuggire all'estero con la sua compagna, ma il maltempo e la neve lo hanno bloccato. L'uomo deve scontare 2 anni e 10 mesi per truffa aggravata e violazione della sorveglianza speciale. Sulla sua testa pendeva anche un ordine di carcerazione della procura di Torino per una condanna a 6 anni per estorsione. Arena, fin da giovanissimo, secondo l'accusa si sarebbe specializzato in truffe finanziarie e, piu' volte arrestato per reati contro il patrimonio, da qualche anno aveva trasferito i suoi interessi a Marsala, laddove, all'inizio degli anni 2000, aveva gestito una rivendita di auto usate. Nel 2005, a lui e al fratello gemello Giorgio era stata applicata una misura di prevenzione patrimoniale, con il sequestro di numerosi beni immobili a Palermo e ritenuti dai giudici riconducibili alla famiglia mafiosa di San Lorenzo.
Allontanatosi da Marsala, secondo gli investigatori Arena si stava procurando dei documenti falsi, delle carte di credito e altri titoli di pagamento che gli sarebbero serviti per fuggire all'estero, laddove avrebbe continuato la sua latitanza. La compagna, giunta a Bologna con una identita' falsa, era pronta a fuggire con lui, ma aeroporto e stazione ferroviaria sono stati chiusi a causa delle abbondanti nevicate. I poliziotti hanno seguito i movimenti della donna e sono giunti ad Arena che alloggiava nella stanza di un residence dove sono state trovate due carte d'identita' false ed una patente in bianco rubate, nonche' carte di credito, blocchetti di assegni, computer e smartphone che verranno analizzati dalla Polizia Scientifica per verificarne il contenuto.