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18/07/2012 04:12:15

Troppi droni volano sopra i cieli della Sicilia

 Una fredda terminologia, fino a qualche tempo adoperata nei racconti di fantascienza, con cui si indicano i potenti aerei militari senza pilota. Si tratta di grandi aerei spia USA del tipo Global Hawk e i Predator e i Reaper carichi di bombe e missili che vanno a spasso sulle nostre teste e sui nostri mari, pregiudicando la sicurezza dei voli degli aerei civili e delle popolazioni. E così può capitare che se sei sul volo di linea Pisa- Catania ti senti dire dal comandante dell’aereo che si starà in aria ancora per un po' sino a quando la torre di controllo non autorizzerà all'atterraggio. Il motivo? C'è un intenso traffico aereo militare sullo scalo di Sigonella. Oppure può capitarti che all’ultimo momento il tuo aereo venga dirottato su un altro scalo. Le pericolose evoluzioni dei droni USA sui cieli siciliani mettono seriamente a repentaglio il traffico aereo civile e gli abitanti dei territori interessati. Governo, Regione ed enti locali non intervengono. Si rischia una nuova Ustica? E’ esagerato evocare quel 27 giugno di 32 anni fa? è un ricordo sbiadito. Con i droni liberi di planare sulle teste dei siciliani sono aumentati i pericoli per una ennesima strage di stato? Gli interessi economici del complicato sistema militare-industriale americano hanno la precedenza sulla sicurezza delle popolazioni? Una cosa è certa: a due anni l’aeroporto di Catania, il terzo d'Italia come volume di traffico, oltre sei milioni e mezzo di passeggeri l'anno, è condizionato da questi sofisticatissimi velivoli in dotazione alla Marina e dell'Aeronautica militare degli Stati Uniti d'America operanti sul nostro territorio. Volare da o su Catania, ma anche da e su Trapani equivarrà a subire sempre più disagi, nuovi pericoli che si aggiungono a quelli vecchi. In futuro sarà peggiore, ne siamo certi. Entro il 2015, la grande stazione aeronavale di Sigonella diventerà la capitale mondiale degli aerei senza pilota e ospiterà sino a venti Global Hawk e sciami di droni, che naturalmente non saranno messaggeri di pace. Insomma, nel destino della Sicilia si prefigurano ombre non certo rassicuranti. " I velivoli telecomandati rappresentano un rischio insostenibile per il traffico civile e le popolazioni che risiedono nelle vicinanze degli scali utilizzati per le manovre di decollo e atterraggio", denunciano gli attivisti della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella. Stessa cosa l’Associazione Antimafie “Rita Atria” che per prima ha rilevato l’intensissima attività dei droni in Sicilia: “L’Amministrazione Obama usa questi velivoli anche per uccidere presunti terroristi e in queste missioni ci sono sempre i cosiddetti effetti collaterali: uccisioni di bambini, donne e uomini innocenti civili. Conta ancora qualcosa la volontà popolare in Italia? Noi non abbiamo dato mandato a nessuno in Parlamento di autorizzare gli aerei senza pilota a fare quello che vogliono in occasione di guerre come quella in Libia e in Afghanistan, volando nel nostro spazio aereo e ponendo gravi limitazioni al traffico aereo civile. Per questo dobbiamo mobilitarci contro i droni, per smilitarizzare i nostri territori e riprenderci la nostra sovranità che ci hanno dato i Padri Costituenti”. E di ieri una nota diffusa dal responsabile regionale del Territorio ed Ambiente di Rifondazione Comunista Gero Accardo, eletto al recente congresso. Il neo dirigente non ha dubbi e lancia un duro atto di accusa. “Invece di essere terra di turismo e valorizzare le bellezze artistiche e paesaggistiche della nostra Sicilia, stiamo diventando campi di prigionia per i migranti dei popoli africani che fuggono dalle guerre e dalla fame e la più grande isola da guerra del Mediterraneo. A Sigonella sono già stati installati i primi droni del tipo Global Hawk, Predator e Reaper, utilizzati quotidianamente in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Somalia, Yemen, Libia, per colpire obiettivi civili e militari e assassinare anziani, donne e bambini. Già, ora , le evoluzioni dei droni sui cieli siciliani, comportano insostenibili pericoli per le popolazioni e il traffico aereo civile. Le operazioni sugli scali di Catania-Fontanarossa e Trapani Birgi sono sottoposti a pesanti limitazioni, infatti i passeggeri subiscono ingiustificati disagi , così come l’economia siciliana e il diritto di mobilità vengono quotidianamente compromessi . Contro il MUOS di Niscemi , le basi militari di Trapani-Birgi e Sigonella , le basi radar di Noto e di Melilli , l’arsenale Militare di Messina , la base dei sottomarini di Augusta è necessario intervenire. Smilitarizziamo la Sicilia, riprendiamoci la nostra terra, occupiamoci del territorio come risorsa , facciamo diventare la Sicilia il centro della pace nel Mediterraneo.”. Come non pensare alla grande mobilitazione di popolo di trenta anni addietro voluta da Pio La Torre contro la presenza dei missili a Comiso. Bisognerebbe riprendere il bandolo di quella matassa, interrotto con il suo barbaro assassinio.

Franco Lo Re