E’ questa l’ipotesi più accreditata dagli investigatori che hanno illustrato i dettagli dell’operazione nel corso di una conferenza stampa nei locali della sezione operativa navale della guardia di finanza di Mazara del Vallo. Sono intervenuti il procuratore di Marsala, Alberto Di Pisa, il comandante della guardia di finanza di Palermo, Stefano Screpanti e il comandante provinciale di Trapani, Pietro Calabrese.
L’operazione, che ha portato all’arresto di un tunisino e di un marsalese, è scattata nel quadro di una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Marsala, che ha preso inizio da un’attività investigativa in materia di immigrazione clandestina condotta dalla sezione operativa navale e dalla tenenza della guardia di finanza di Mazara del Vallo. Il pericoloso carico è stato intercettato a Marsala, in contrada Cuore Di Gesù.
I due arrestati sono Salvatore Lamia, 50enne marsalese, con precedenti per traffico di stupefacenti, e Moncher Fadala, 31enne tunisino, già noto alle forze dell’ordine. Erano su un furgone Iveco le 110 armi da guerra smontate e nascoste dentro lavatrici, forse destinate, è una delle ipotesi degli investigatori, in Tunisia per
rifornire guerriglieri sovversivi del Nord Africa.
Nel corso delle investigazioni le fiamme gialle hanno acquisito elementi che provano il traffico di armi avviato dai due uomini e, in particolare, al progetto di acquisto di una grossa partita sul mercato clandestino di Marsiglia, dove il cittadino italiano doveva recarsi per acquistare delle piante per il proprio vivaio.
Appreso che i due sospettati erano effettivamente partiti e che stavano facendo rientro in Sicilia, imbarcatisi da Genova con destinazione Palermo,
I due sospetti trafficanti d’armi sono stati presi in custodia dai finanzieri del Gico del nucleo di polizia tributaria di Palermo, che, verificato il loro arrivo in Marsala, hanno bloccato l’automezzo.
Lo scopo del viaggio è stato subito chiaro non appena sono stati fatti scendere i due occupanti del mezzo: nella cabina di guida sono stati infatti rinvenuti di due fucili da caccia pronti all’uso, un coltello, munizioni e polvere da sparo.
Nel cassone, poi, c’era il resto del carico illecito: nascoste dietro le piante venivano rinvenute 3 lavatrici perfettamente imballate al cui interno, opportunamente svuotato dai motori e dal resto delle parti meccaniche, erano stati riposti, smontati e abilmente occultati altri 106 fucili di diversi calibri, una pistola calibro 7,65, oltre 2 kg di esplosivo, un migliaio di munizioni, alcune bombolette di gas irritante, due apparecchi di difesa non convenzionali a scarica elettrica, oltre a 5 motoveicoli ed un acqua-scooter, provento di furto in territorio francese.
Successivamente, nel vivaio del cittadino italiano veniva scoperta un’estesa piantagione di canapa indiana di ben 540 piante, alte circa tre metri, mentre nella sua abitazione venivano sequestrate un’anfora e alcune monete di epoca greco-romana. Nel domicilio del cittadino tunisino venivano invece trovate oltre 3 mila munizioni di diversi calibri e diverso materiale da pesca e per la subacquea, anch’esso provento di furto.
L’operazione delle fiamme gialle ha interrotto un pericoloso canale internazionale di approvvigionamento di armi e ha stroncato sul nascere i progetti criminali dei fermati.
I due arrestati, reclusi nel carcere di Marsala, sono stati posti a disposizione dell’autorità giudiziaria procedente, che ha disposto approfondite indagini per individuare tutti i soggetti coinvolti nel traffico illecito e identificare i destinatari finali delle armi sequestrate, che non si esclude che dovessero essere trasportate in Tunisia per armare bande sovversive nordafricane.