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15/08/2012 06:00:47

Incendio di Macari e lo Zingaro. Presentato un esposto alla Procura di Trapani

L’incendio divampato nella notte tra sabato 4 agosto e domenica ha colpito prima il comune di San Vito Lo Capo nella frazione di Castelluzzo e dopo la località di Macari e la riserva naturale dello Zingaro che sono state letteralmente devastate dalle fiamme.

Ieri pomeriggio, intanto, il Procuratore Viola ha fatto un sopralluogo a Macari e allo Zingaro ed è rimasto particolarmente colpito dalla montagna che sovrasta Macari. Dopo l’incendio  è a rischio stabilità con l’arrivo delle prime piogge autunnali. Questa stessa montagna era stata teatro di una frana già nel 2001, ed era stata rimboscata.

 I cittadini che hanno presentato l’esposto, avevano denunciato la presenza di focolai alle autorità competenti già al sabato pomeriggio. La situazione era quindi perfettamente nota all’amministrazione comunale e alle forze competenti.  Domenica 5 agosto le fiamme minacciavano  lo Zingaro e il villaggio  Calampiso che  veniva evacuato. Mentre le forze però si concentravano sulla Riserva, gli abitanti della frazione di Macari iniziavano a segnalare telefonicamente ai Vigili del Fuoco e alla Forestale che le fiamme, anche a causa di folate di vento,  minacciavano l’intero arco delle montagne che dominano il paese portandosi ad alcune decine di metri dalle abitazioni.

Le segnalazioni, partite già in mattinata, sono però cadute nel vuoto. La protezione civile continuava a tranquillizzare tutti, dicendo che non c’era pericolo. Anche la richiesta di intervento dei Canadair, fatta da un cittadino non trovava nessuna risposta. Alle 20 di domenica sera, finalmente arriva l’intervento di una sola camionetta dei Vigili del Fuoco. Vigili che non potevano fare altro che rendersi ormai conto dello stato delle cose: le fiamme, grazie al vento e al mancato tempestivo intervento, erano ormai fuori controllo e scendevano verso le abitazioni. Fino alle 23 la presenza delle forze dell’ordine, Vigili Urbani e Carabinieri, era pressoché inesistente e la paura e il panico cresceva tra i cittadini, residenti e turisti. Fumo e fuliggine invadevano il paese, minacciando l’incolumità dei cittadini ben prima delle fiamme.

L’incendio ha messo fuori uso i sistemi di telecomunicazione e il suo repentino avanzamento è stato dovuto non soltanto al forte vento ma anche e soprattutto all’abbandono di numerosi terreni, anche di proprietà del Comune di S.Vito Lo Capo.

Gli abitanti che non si sono allontanati dal centro hanno lottato contro le fiamme per evitare che le proprie abitazioni fossero divorate dal fuoco, in quasi totale solitudine e con la sola presenza di pochi Vigili del fuoco che hanno contribuito per quanto potevano, considerato lo spiegamento di forze in campo e la scarsità di acqua a loro disposizione.

Sabato scorso la redazione di Marsala.it è andata a Macari e ha raccolto le  testimonianze dei cittadini che hanno visto le fiamme a pochi metri e in alcuni  casi a pochi centimetri dalle case, come quella di Vincenzo, giovane autotrasportatore che ci ha raccontato di essere andato a dormire tranquillamente, e che, svegliato dalle grida di aiuto si è ritrovato a spegnere le fiamme, solo con alcuni vicini e qualche amico e con le riserve d’acqua che aveva a casa. “Le fiamme venivano giù dalla montagna, e ad un certo punto ho pensato di lasciare l’abitazione perché credevo si bruciasse tutto. Per fortuna la nostra casa è salva, ma la paura provata non so neanche descriverla”, ci ha detto.

Siamo stati anche in casa del Sig. Chifari che ci ha mostrato i terreni bruciati nel retro della sua casa; questo il suo racconto: “Pensavamo di perdere tutto, per qualche attimo ho provato un senso di impotenza e di panico che non augurerei a nessuno.  Ma ci siamo fatti coraggio e ho svuotato le mie due cisterne d’acqua su quel fuoco che di sicuro avrebbe distrutto la mia abitazione”.

I cittadini di Macari con l’esposto in Procura chiedono un’indagine per accertare le responsabilità per quanto accaduto, ma anche un immediato controllo di esperti e soggetti preposti alla sicurezza dei luoghi per scongiurare ulteriori eventi che possano mettere in pericolo la popolazione.

Per tale motivo hanno costituito un comitato che già ha fatto specifiche richieste all'amministrazione comunale e alle autorità preposte affinchè  accertino tempestivamente: la presenza di situazioni di dissesto idrogeologico, con pericolo di frane o cadute di massi; l'inquinamento delle sorgenti di acqua; l'inquinamento dell'ambiente dovuto ai residui della combustione. Inoltre il comitato ha segnalato l'ostruzione dei canali per lo scolo delle acque piovane che in caso di pioggia aggraverà ulteriormente il pericolo di frane.

 Il comitato costituito non ha nessuna valenza politica e ha l’unico scopo di monitorare e farsi portavoce di tutti i cittadini nei confronti dell’amministrazione comunale e del sindaco, dal quale si aspettano delle risposte immediate, prima che arrivi l’autunno e il suo carico d’acqua.  Quell’acqua che non è arrivata tempestivamente sui primi focolai che hanno distrutto uno dei luoghi naturali più belli d’Italia.