Mario Filippello, segretario regionale della Cna, la confederazione degli artigiani che ha oltre 30 mila iscritti, ha denunciato llo scottante argomento dei fondi di rotazione bloccati, di quei soldi che attraverso gli istituti di credito legati alla Regione siciliana potrebbero, appunto, far respirare un po’ il mondo delle imprese.
«E’ un disastro, un autentico disastro, perché le imprese non hanno soldi, perché le banche hanno chiuso del tutto i rubinetti dei prestiti e perché inutilmente le aziende aspettano di avere quel che avanzano dagli enti pubblici, da Ato, dal mondo della sanità».
Nei Comuni gli imprenditori sono in rivolta, perchè molti pagamenti sono bloccati. Dove tutto tace è nei fondi di rotazione che dovrebbero dividere Crias e Ircac, soprattutto alle imprese artigiane.
«E’ tutto fermo - dice Filippello - perché per mesi c’è stato lo scontro tra l’assessorato e il governatore Lombardo per la scelta dei commissari e degli organismi dirigenti di questi istituti. Il risultato è il nulla di fatto, fondi bloccati e ancora adesso la massima incertezza sui tempi. Anche se, tanto per cominciare, basterebbe nominare come commissari ad acta dirigenti o funzionari della Regione e non esterni, per evitare, nel rispetto della nuova legge regionale, che dovendo le determinazioni di dirigenti esterni passare dalla Commissione dell’Ars, tutto venga rimandato alle calende greche».
Tra fondi per il commercio e per l’artigianato, tra Irfis, Crias e Ircac, giacciono quasi 50 milioni. Spiega ancora Filippello: «C’erano 10 milioni finalizzati per legge alla patrimonializzazione delle imprese attraverso i Confidi, ma l’ultimo decreto fatto dalla Regione ha cambiato le carte in tavola trasformando gli interventi in aiuti
alle imprese, rendendo di fatto il meccanismo di accesso impraticabile. Eppure la legge parlava così chiaro. Perché snaturarla e paralizzare anche quei 10 milioni?
Sono tre gli enti finanziari regionali.