Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
19/09/2012 04:22:58

Scrive il Sindaco di Marsala, Giulia Adamo, sul porto di Marsala, le "volgari strumentalizzazioni", gli "interessi affaristici"

 La Giunta Adamo è stata investita in pieno dall'inchiesta di www.marsala.it che ha raccontato che ci sono dei documenti falsi nel progetto del porto di Marsala (50 milioni di euro di spesa prevista). A dimostrazione dell'aria pesante che tira, sono arrivate dal Quartiere spagnolo in un solo giorno due repliche. Una, personalissima, pesante, del Sindaco di Marsala Giulia Adamo. L'altra, invece, a tarda sera, pubblicata sulla pagina Facebook del Comune di Marsala (e non girata alla stampa....), sempre firmata dal Sindaco, ma con l'assessore ai lavori pubblici Benny Musillami, e frutto di un grande lavoro di riflessione e mediazione. E' la prima volta, nella storia della nostra città, che il primo cittadino rilascia sullo stesso argomento due dichiarazioni anche divergenti tra loro. Nella prima attacca pesantemente la stampa, Salvatore Ombra (candidato sconfitto alle elezioni amministrative), e la società Myr, esponendosi al punto di definire il progetto di questa  che il Comune di Marsala ha comunque già approvato - in grado di "arrecare gravi danni" all'economia di Marsala. Ma, cosa ancora più singolare, perchè la prima dichiarazione è firmata solo dal Sindaco, mentre la seconda anche da Musillami? Ci sarà stata una dissociazione di Musillami rispetto ai toni e ai contenuti della prima dichiarazione? 

La prima dichiarazione, in perfetto stile Adamo, è la seguente: 

Risulta evidente che l'ennesima sterile polemica innescata sul porto di Marsala sia stata artatamente creata da un gruppetto privato portatore di interessi affaristici configgenti con il bene comune che, inverosimilmente, pretende di assurgere a paladino della legalità.

Il fatto poi che queste polemiche vengano diffuse da compiacenti organi di stampa, piu’ simili per forma mentis ai tabloid scandalistici anglosassoni che a quotidiani di informazione, sicuramente non rende più credibili le citate volgari strumentalizzazioni che non interferiranno in alcun modo sulle decisioni dell’amministrazione comunale in una cosi tanto importante materia.

Speravo che la bruciante sconfitta del candidato Ombra (fratello del legale rappresentante della società privata che ha interesse a mettere le mani sul porto, nonché abile maneger che ha causato un buco di 16 milioni di euro all’aeroporto di Birgi) potesse porre fine alla campagna elettorale e consentire, a chi è stato eletto con una maggioranza schiacciante, di amministrare la res pubblica con impegno e dedizione al fine di poter attuare il programma a cui i cittadini hanno dato fiducia.

Purtroppo sbagliavo poiché non avevo colto, essendo sempre stata estranea a tali logiche, la reale portata degli interessi affaristici che, seppur riconducibili a ristrettissimi gruppi, continuano a tentare di inquinare le scelte dell'Amministrazione allo scopo di ottenere un tornaconto personale, incuranti dei gravi danni che i loro progetti rischiano di arrecare allo sviluppo della ns. realtà socio economico.

Sul punto voglio ricordare che la nostra città ha già inequivocabilmente rifiutato di affidare alla cricca di presunti imprenditori e professionisti candidatisi a sostegno di Ombra le importanti scelte che riguardano lo sviluppo della nostra città nelle scorse elezioni comunali.

In particolare trovo ridicola la presunta preoccupazione per gli equilibri ecologici dei nostri fondali di chi voleva CEMENTIFICARE tutta la zona del porto e confermo la validità del progetto pubblico per la realizzazione del Porto di Marsala, punto nevralgico punto di sviluppo del territorio.

Giulia Adamo

Poi, a tarda sera, una seconda dichiarazione, sicuramente meno infelice della prima, e anche decisemante più lunga, che porta anche la firma di Musillami, e che non viene girata alla stampa ma sempre inserita su Facebook. Una dichiarazione sulla quale la sempre più esausta diplomazia della Giunta Adamo ha dovuto lavorare a lungo, per centellinare e pesare temi e parole.

Questa amministrazione vuole ribadire quanto sia importante per la città di Marsala la realizzazione di una infrastruttura vitale come il porto. Sia per la messa in sicurezza dello stesso che versa in condizioni di estremo degrado, che per la riqualificazione delle parti a terra limitrofe il porto stesso, e sia per la realizzazione di una struttura turistica che possa attrarre utenti e movimentare la stantia economia della città.
Realizzare un porto non è un operazione semplice. Qualunque linea strategica o progettuale non può chiaramente prescindere da due aspetti fondamentali:
• la messa in sicurezza delle strutture componenti l’intero bacino portuale;
• le esigenze della città, dei cittadini, degli operatori di settore e gli obiettivi strategici di sviluppo che l’amministrazione ha in itinere.
Fermo restando che l’amministrazione deve tutelare assolutamente queste due imprescindibili condizioni, vanno chiarite alcune incomprensioni di fondo.
Si ritiene che la maniera migliore di realizzare il porto sia perseguibile attraverso una stretta collaborazione pubblico-privato, il pubblico DEVE realizzare le opere di messa in sicurezza di un opera che è pubblica a tutti gli effetti. Lo stato ha il dovere di garantire la fruizione corretta delle infrastrutture strategiche di tale portata. È semplicemente assurdo pensare che esse debbano essere realizzate con le forze del Comune o da un privato che per la somma che necessariamente dovrà spendere vorrà in cambio parte se non tutte le gestioni delle attività interne a quanto realizzato per un numero di anni spropositato.
Meglio sarebbe, ovviamente, che lo Stato si facesse carico delle opere di messa in sicurezza e consolidamento, ed il privato facesse le opere turistiche i servizi, i moli e quanto altro necessario per lo sfruttamento turistico della struttura.
Questo è quanto l’amministrazione stà portando avanti, di concerto con la Regione Sicilia ed il Genio Civile Opere Marittime. Il progetto pubblico di messa in sicurezza del porto, redatto dall’ing. Pietro Viviano è completo, e definitivo, sta continuando a seguire il proprio iter autorizzativo in attesa della finale cantierabilità e auspicata realizzazione. Tale progetto è stato redatto tenendo in ampia considerazione le esigenze strutturali del progetto privato presentato da ditta Marsalese, appunto per cercare di realizzare entrambi i progetti come da volontà dell’amministrazione, ed in linea con le problematiche strutturali del porto stesso che nessuno, meglio del Genio Civile Opere Marittime, può conoscere e risolvere, e soprattutto con il buon senso di non svendere o meglio regalare il nostro territorio ad un gruppo di imprenditori senza aver provato con tutte le proprie forze a far realizzare tali opere a chi veramente compete cioè allo Stato.
In tal senso nessun ostacolo è stato posto alla ditta privata che dovrebbe realizzare il Marina, anzi durante i tavoli tecnici e le conferenze di servizio relative al progetto pubblico, si è evidenziata la necessità che i due progetti fossero compatibili.
Lo stesso comportamento chiaramente non viene seguito dalla ditta privata, che invece, cercando di perseguire i propri scopi imprenditoriali, sta cercando con ogni mezzo di interrompere l’iter progettuale ed autorizzativo del progetto pubblico. Ciò è ovviamente spiegabile dal mancato guadagno che l’impresa potrebbe avere se la gran parte dell’opera fosse realizzata dallo Stato e non da loro. Il contratto di gestione delle opere realizzate andrebbe rivisto e magari i nostri cittadini potrebbero “svendere” il nostro territorio riqualificato per un numero minore di anni, o per una porzione più piccola, con grande vantaggio della città e degli operatori e non del singolo imprenditore.
In merito alla seconda imprescindibile condizioni ovvero del rispetto delle esigenze della città, dei cittadini, degli operatori di settore e gli obiettivi strategici di sviluppo che l’amministrazione ha in itinere, và ribadito che la realizzazione di tutte le attività commerciali a terra, di contorno ai pontili, proposti dalla ditta privata, è in netto contrasto con le idee di sviluppo che questa amministrazione auspica per Marsala.
Infatti ovvia la considerazione che la creazione di nuove attività commerciali, come supermercati, bar, negozi, ristoranti, cantieri, locali ed altro nella fascia del porto risulterebbe letale per l’economia già esistente e collocata nelle immediate vicinanze di quelle che si vogliono insediare, e diminuirebbe gli introiti delle attività del limitrofo centro storico già sofferente. Questa amministrazione ritiene che un porto turistica debba necessariamente valorizzare quanto di buono abbiamo nella nostra città, ed essere d’aiuto alle attività esistenti. Tutta la città deve poter godere di tale vitale infrastruttura e non soltanto le attività che verrebbero a circondarla e sarebbero gestite dallo stesso gruppo o date da loro in locazione.
Il porto nella posizione geografica in cui è ubicato è assolutamente strategico per lo sviluppo dell’intero centro storico della città. Le barche ospiti della struttura, infatti, trovati i necessari servizi a terra, devono soltanto attraversare una strada e raggiungere la via dei Mille, arteria di collegamento che riqualificata con i negozi e le attività proposte invece nell’aria del porto, oltre servizi di bike sharing, info point ed altro, rappresenterebbe una vetrina ed una passerella verso il cuore della nostra città posto a soli 300 metri dalla struttura. Non possiamo permettere che un gruppo costruisca inutili e dannosi esercizi commerciali per gestirli autonomamente o affittarli, chiudendosi alla città. È nostra precisa responsabilità riqualificare il centro e risollevare l’economia, non contribuire a distruggerla per favorire qualcuno. Vanno bene quindi tutti i pontili proposti dal privato ed anche altri se lo riterrà opportuno e le attrezzature a terra strettamente connesse con essi, niente altro. Il rimanente va ubicato nelle costruzioni già esistenti di proprietà dei cittadini ubicate nelle immediate vicinanze.
Inoltre è intenzione dell’amministrazione riqualificare tutto il lungomare della città, chiaramente e comprensibilmente a partire dalla zona degradata del Margitello, ma anche e soprattutto è in itinere una riqualificazione del lungomare Florio, dove sono ubicati tutti i manufatti che hanno rappresentato la cultura, la storia ed il vanto della nostra città quando essa era considerata perla economica del Mediterraneo. Tutti i manufatti delle cantine storiche, i magazzini con capriate in legno e archi in pietra, simbolo e testimonianza della nostra storia, della nostra economia e dei nostri scambi interculturali, veri e propri esempi di archeologia industriale, le palazzine padronali che erano all’interno degli stabilimenti, i bagli antistanti il porticciolo, la palazzina Ingham ed in genere tutto quanto è prospiciente il mare. L’opera di riqualificazione, anch’essa da perpetuare attraverso una collaborazione pubblico privato, tende a facilitare i cambi di destinazione d’uso dei fabbricati, la riduzione degli oneri e altre agevolazioni; in tali manufatti di altissima valenza architettonica ed enorme potenziale turistico vanno allocate le strutture ricettive di pertinenza al porto. I marina, i ristoranti, gli alberghi, le attrezzature sportive, le piscine, e le attività commerciali in genere. Patrimonio già della città e di cui la città può riappropriarsi avendone indietro opportunità di lavoro e di attività imprenditoriali ed offendo ai cittadini ed ai turisti una Marsala dallo splendore ritrovato.
Una mera cementificazione dello spazio antistante i moli, come quella proposta dal privato, non avrebbe nessun effetto di riqualificazione sulla città, essa rappresenta soltanto una puntuale ed insignificante attività imprenditoriale chiusa su se stessa come chiuso sarebbe il porto verso la Citta.
L’amministrazione farà tutto il possibile per seguire le linee strategiche sopra descritte, per il bene della città e dei cittadini, senza risparmiare nessuna energia e combattendo al fianco di quanti hanno creduto e continuano a credere nelle vere possibilità di sviluppo di Marsala.
Un’ultima precisazione è doverosa per concludere il discorso sull’iter procedurale del progetto pubblico.
La posidonia che costituisce parte del fondo marino del porto di Marsala, rappresenta un ecosistema, giustamente protetto e da salvaguardare. L’amministrazione è a conoscenza di due differenti studi sulla ubicazione dell’alga in relazione alle strutture di progetto. Due differenti studi che la Regione ha attentamente valutato e studiato. Il più recente afferma che le praterie di posidonia sulle quali dovrebbero poggiare alcune parti strutturali del porto sono esauste e quindi non rappresentano un motivo ostativo per la realizzazione dell’infrastruttura. Su tale studio è stato realizzato il progetto definitivo. Nel caso in cui, dopo le verifiche che sono adesso in itinere sulla natura ed estensione delle praterie dovesse emergere che la posidonia non è esausta, è ovvio che essa va salvaguardata a norma di legge perché rappresenta un bene di fondamentale importanza per i nostri fondali. La salvaguardia delle alghe però non presuppone ovviamente l’abbandono del progetto, sarebbe assolutamente impensabile. Esistono soluzioni tecniche ed ingegneristiche capaci di conciliare le due esigenze. Esiste la possibilità di intervenire indicando un altro sito degradato per reimpiantare quello che viene rimosso dalla costruzione del Porto come è stato già fatto in altre città dopo studi condotti anche dal C.N.R. , esiste infine la remota possibilità di spostare le strutture che poggiano sulle alghe in altra ubicazione che non interferisca sull’ecosistema. Inutile dire che la soluzione tecnica esiste altrimenti non si potrebbe realizzare nemmeno il porto voluto dai privati che tanto osteggiano quello pubblico. Quello che non esiste è che la presenza di una prateria di posidonia, per quanto ecosistema importante per i nostri fondali, sia preso come scusa per bloccare un progetto fondamentale per il nostro futuro e per la nostra economia.
Marsala 18/9/2012

Il Sindaco
On. Giulia Adamo

L’assessore alle infrastrutture
Arch. Benedetto Musillami 

 

***

Al di là di alcune offese gratuite, che, come sempre, qualificano chi le fa (anche Formigoni è sprezzante verso il Corriere della Sera e Repubblica, e utilizza le stesse parole, anche la Minetti....) il Sindaco di Marsala, Giulia Adamo, continua a sfuggire ad una domanda che abbiamo posto e che la obbliga, nella sua qualità di pubblico ufficiale e di primo cittadino, ad un risposta chiara e precisa: il progetto regionale del porto di Marsala, firmato dall'ingegnere Viviano, si basa su un falso documentale, una mappa dove è stata cambiata apposta una zona di mare per giustificare il progetto. Il Sindaco è a conoscenza di questo falso? Da quando? Come intende tutelare l'Amministrazione e i cittadini? Non è vero che ci sono due studi sulla posidonia. Ce n'è uno e uno solo, di una sola ditta, con una sola data. Sono due i risultati, perchè qualcuno ha modificato la cartina nel progetto dell'ingegnere Viviano. L'essere eletti da una "schiacciante maggioranza", non autorizza a considerarsi svincolati dal rispondere delle proprie responsabilità o dal rispettare la legge. Se è la stessa Regione in un documento ufficiale a dire che il progetto del porto di Marsala si basa su un documento falso il Sindaco ha l'obbligo di dire la verità, non di attaccare l'informazione. 

Giacomo Di Girolamo

P.S.: "Manager" si scrive con la a, non co la e. Viene dal latino, non dall'inglese, e si legge come si scrive. Non abbiamo la pretesa di essere paladini della legalità, ma del buon italiano si. Entrambe le missioni sono, comunque, in questo momento e in questa città, impossibili.