La conferma arriva dalla convocazione di un conferenza stampa che si terrà martedì prossimo a Palazzo della Cultura di Catania.
Tra Crocetta e Battiato il dialogo è in corso da giorni: il vincitore delle elezioni regionali in Sicilia ha chiesto al maestro di entrare a fare parte del suo governo come assessore. Fonti vicine all’artista “non confermano né smentiscono” i contatti.
Battiato non ha detto di no all’ipotesi assessore, ma non ha neppure accettato, riservandosi di valutare l’ipotesi e dicendosi comunque disponibile a una collaborazione con il governo regionale. Alla conferenza stampa di martedì prossimo, prevista alla 11, sono stati anche invitati il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, e il soprintendente del teatro Bellini, Rita Cinquegrana Gari.
Per la squadra di governo Crocetta aspetta anche altre risposte: quella dell’avvocato Alfredo Galasso, tra i fondatori de La Rete, di Mariella Fedele, moglie del procuratore Antimafia Piero Grasso, e di Giancarlo Caselli, procuratore a Torino, per anni a capo della Procura di Palermo. “Non vede l’ora di cominciare, è risoluto e molto deciso a portare avanti quella che lui stesso ha definito la rivoluzione siciliana; sta lavorando a quattro-cinque provvedimenti che rappresenteranno una svolta”, dice chi è vicino al governatore.
Non è ancora entrato nel vivo, invece, il confronto con Pd e Udc, i due partiti che, con l’Api e il Psi, lo hanno sostenuto. Alcuni nomi di candidati a entrare nella squadra di Crocetta circolano da tempo: da Luigi Cocilovo (Pd) a Giovanni Ardizzone (Udc), da Lino Leanza (Udc) ad Antonello Cracolici (Pd). L’unica certa è Lucia Borsellino, dirigente dell’assessorato alla Salute, figlia del magistrato assassinato nella strage di via D’Amelio. Crocetta l’ha indicata nella sua squadra durante la campagna elettorale, per lei è pronta la delega alla Sanità.
Il governatore, a Lampedusa, per alcuni giorni di relax dopo la maratona elettorale, s’è portato dietro alcuni dossier spinosi per poterli valutare attentamente prima dell’insediamento, previsto mercoledì: dalle società partecipate con conti in rosso e decine di amministratori e consulenti, alcune delle quali saranno definitivamente chiuse, ai conti della Regione, che hanno una voragine di 41 miliardi di euro tra debiti consolidati e residui attivi inesigibili, fino alle vertenze che riguardano i 18 mila precari degli enti locali e i 25 mila forestali.