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05/12/2012 05:39:18

A Salemi la mostra "La famiglia nella tradizione" da il via alle manifestazioni natalizie

 Promossa dal Comune di Salemi e dal Centro Internazionale di Etnostoria, l’evento è realizzato e curato dalle due architette Mariella Barbera e Irene Cavarretta, responsabili dall’Associazione Culturale Archetipo. La location, come al solito, è il Complesso Monumentale del Castello di Salemi, le cui magiche atmosfere però non sempre possono essere apprezzate. I turisti che appositamente giungono per visitarlo lo trovano regolarmente sbarrato le domeniche e nei giorni festivi. Si spera che per l’occasione una soluzione venga presa dal prefetto Leopoldo Falco, notoriamente impegnato a riportare la normalità, dopo i tre anni “rivoluzionari” del periodo sgarbiano. Ci auguriamo pure che i punti luce antistanti l’ingresso siano finalmente stati rimessi in funzione per non lasciare i convenuti avvolti dalle tenebre così come ci avvenne di constatare in occasione di un precedente evento. Come si intuisce bene dal titolo della manifestazione, si tratta di una Mostra che ha come tema la “Famiglia”, che sarà il filo conduttore dell’intera manifestazione. L’intenzione degli allestitori è di dare al visitatore l’occasione di riflettere sulla sacralità della famiglia, da non intendersi solo religiosamente, attraverso la rappresentazione della famiglia Sacra e della “Sacra Famiglia” attraverso i presepi realizzati con i materiali più diversi (legno, pietra, cera, terracotta, argento e corallo) in diverse parti del mondo. Provenendo dalle collezioni private di Marcella Croce e Giovanni Matranga verranno messi in mostra 20 presepi di varie dimensioni, acquistati lungo 35 anni di viaggi in tutto il mondo. In una dozzina di paesi di quattro continenti tra cui: Italia Spagna Portogallo Francia Armenia Congo Etiopia Brasile Argentina Uruguay Messico Birmania. Ad allestire un Presepe, come si ricorderà, fu per la prima volta Francesco d’Assisi a Greccio nel 1223. I più rinomati rimangono soprattutto quelli napoletani.

Si tramanda che a Palermo nel 1653 ne venne allestito uno con figure a grandezza naturale nella chiesa di San Domenico. Tra le figure peculiari del presepe siciliano, accuratamente elencate dal Pitrè, si trova “ ‘lu spavintatu di lu prissepiu”, lo ‘spaventato’ che è sconvolto dall’evento e l’”addummisciutu”, l’addormentato’ che si perse tutto lo spettacolo. Ma in mostra vi saranno anche gli scatti fotografici di Giovanni Verga, che, forse non tutti sanno, fu anche un grande fotografo realista. Le fotografie dello scrittore siciliano che provengono dalla più ampia collezione posseduta dal Centro Internazionale di Etnostoria, come sottolinea Anna Maria Amitrano, Professore Ordinario di Etnostoria, Università degli studi di Palermo “fissano lo scenario di Tébidi con le figure dei familiari, dei contadini, dei massari e del personale di servizio di Casa Verga. Un vissuto quotidiano e domestico che sembra rimandare, nella sua dimensione Iconoclasta, alle “figure” dei Pasturara, personaggi che animano il borgo presepiale. Il Presepe, infatti, è allegoria e simbolo di un paese/comunità con lo spaccato di vita degli uomini.” La mostra verrà preceduta alle 17,30, sempre al Castello di Salemi, da una conferenza a cui parteciperanno Aurelio Rigoli, Professore Emerito di Storia delle Tradizioni Popolari; Aurelio Pes , Drammaturgo; Anna Maria Amitrano , Professore Ordinario di Etnostoria, Università degli studi di Palermo, Paola Misuraca , Soprintendente Beni Culturali ed Ambientali di Trapani; Leopoldo Falco, Presidente della Commissione Straordinaria del Comune di Salemi. Moderatrice sarà l’architetto Irene Cavarretta. Per l’occasione, il Professore Aurelio Rigoli, donerà l’intera collezione dei libri di Giuseppe Pitrè, alla Biblioteca del Comune di Salemi, edizione curata dal Centro Internazionale di Etnostoria. Al termine del convegno i convenuti si trasferiranno negli spazi del Polo museale del Collegio dei Gesuiti, dove è ospitata la prima sezione delle opere di “pietra” dei fratelli Scalisi, all’interno del quale sarà esposto il prezioso presepe in pietra “Campanedda”. La mostra resterà aperta fino al prossimo sei gennaio. Ove si dimostra che a Salemi, con o senza Sgarbi, la cultura è stata e sempre sarà di casa.

Franco Lo Re