Il responsabile di «Italiana stampa», Giancarlo Frigulti, aveva querelato, chiedendo il risarcimento di circa 100mila euro, il primo cittadino per violenza privata, percosse, minacce e ingiurie e la segretaria dello stesso sindaco, Rosa Di Giorgi, per minacce e ingiurie. I due sono difesi dagli avvocati, Baldassare Lauria e Alessio Muscolino. E' invece l'avv. Fabrizio Torre il difensore di Giancarlo Frigulti il quale ascoltato dal giudice Renato Zichitella e dalle parti ha confermato, nel corso dell'ultima udienza, le sue accuse.
A confermare la tesi di Frigulti sono stati alcuni testimoni chiamati a deporre e cioè i due presentatori della serata, Jana Cardinale e Maurizio Campo, e l'ex compagna di Frigulti e all'epoca sua collaboratrice, Giuseppa Bonì. Il tecnico delle luci Vito Rizzo ha confermato di aver ricevuto l'ordine da parte del sindaco, appena arrivato sotto al palco quella sera, di spegnere le luci per poi riaccenderle dopo alcuni minuti.
Rizzo ha detto di non aver assistito, in quanto lontano, alla «diatriba» fra Cristaldi e Frigulti. Il funzionario comunale Rosario Salafia, in servizio quella sera, ha giudicato fuori luogo le critiche rivolte, a inizio serata, da Frigulti all'amministrazione e al sindaco e ha detto di non ricordare come sono andati i fatti ma di aver visto il sindaco molto agitato non appena arrivato sul posto.
PIPITONE. Ed è prevista anche una nuova udienza del processo che vede imputato l’ex assessore provinciale Girolamo Pipitone. Dovrebbe testimoniare (ma l'ultima volta non è venuto) l’ex sindaco di Gibellina ed ex direttore generale della Belice ambiente, Vito Bonanno,in qualità di teste dell’accusa. Pipitone, attuale componente dello staff del sindaco di Mazara, Nicola Cristaldi, è accusato di tentata estorsione nei confronti della società Belice ambiente. I fatti risalgono al 2009. Pipitone, al ricevimento dell'avviso di garanzia, annunciò un dossier su Belice Ambiente, e disse anche di aver ricevuto un proiettile, recapitato nella sua abitazione. Per la tentata estorsione, che sarebbe consistita nel tentativo di far assumere suo genero alle dipendenze della società «senza fare ricorso alla procedura di evidenza pubblica ed alle graduatorie di legge», Pipitone è stato poi rinviato a giudizio dal gup Caterina Greco.
«Abbiamo ragione per sostenere che la mancata assunzione del genero di Pipitone, già autorizzata dall’Ufficio del lavoro – affermò il difensore dell’ex assessore, avvocato Baldassare Lauria – sia una sorta di ritorsione per tutte le accuse che egli aveva mosso nei confronti dell’operato della Belice Ambiente e che avevano trovato riscontro presso l’amministrazione provinciale che era arrivata a sostenere la necessità di sciogliere l’Ato».
Secondo l'accusa l’ex assessore che avrebbe «indebitamente e ai fini personali, utilizzando il suo ruolo istituzionale» prima di consigliere e poi di assessore provinciale, «mediante pressioni e minacce», sollecitato l’assunzione del genero. «Contestualmente, a tal fine – ha scritto il pm – ha posto, in effetti, una serie di attività di ostruzionismo e di denigrazione nei confronti della BeliceAmbiente Spa».