Ora il governo lascia e ci si prepara alle elezioni politiche, che probabilmente si faranno il 24 febbraio. Monti che farà? Si asterrà dalla competizione elettorale, a parte i suoi obblighi di presidente del Consiglio dimissionario? O vorrà partecipare in prima persona, e concorrere come gli altri politici per il Senato o per la Camera, e per la presidenza del Consiglio? Lui é senatore a vita, non può diventare, in seguito alle elezioni, senatore di nuovo e nemmeno deputato. Potrà partecipare indirettamente alla campagna elettorale, come punto di riferimento di questo o quel raggruppamento politico. Se, per ipotesi, il suo gruppo di riferimento vincerà le elezioni, difficilmente potrà avere di nuovo l'incarico di formare il governo, dato che il presidente della Repubblica ha fatto capire che stavolta incaricherà un politico eletto dal popolo. Né i partiti vogliono più delegare la politica a uno non politico. Se, invece, il suo gruppo di riferimento non sarà primo alla elezioni, allora lui perderà forza e carisma, che hanno bisogno di successo per resistere. Se, poi, volesse scendere direttamente in campo, non potrebbe accettare la nomina al Senato e nemmeno alla Camera, finché non si dimettesse da quella di senatore a vita.
Comunque sia, sarà difficile che Monti possa tornare a fare il presidente del Consiglio. L'Italia che lascia non é migliore di quella che ha trovato all'inizio del suo incarico. Chi dovrebbe dargli quel consenso elettorale maggioritario che possa riportarlo a Palazzo Chigi?
Tanti hanno sperato che il suo governo di tecnici potesse riformare il Paese. Dopo tredici mesi, mi sono accorto che l'unica riforma fatta é stata quella delle pensioni, peraltro edificata sui sacrifici delle fasce medio - basse dei pensionati. Tutto quell'altro in cui si sperava, o non é stato incardinato o é stato approvato in modo talmente maldestro ed all'acqua di rose, che viene il dubbio di non aver messo niente nel carniere. La riforma della burocrazia e della dirigenza non é stata realizzata, e la farragine degli uffici pubblici continua imperterrita a bloccare ogni iniziativa economica e sociale. La giustizia continua a essere lenta come una lumaca, e produce più cavilli che equità. La sanità annaspa tra poli di eccellenza soprattutto al Nord e carrozzoni ospedalieri malandati soprattutto al Sud, ma anche al Nord. La classe politica non ha intaccato che in minima parte i suoi privilegi. Le inutili province sono risorte, dopo annunci ripetuti di morte. Le liberalizzazioni, tanto strombazzate, si sono arenate nei provvedimenti attuativi, e le lobby delle professioni resistono orgogliose. La scuola di ogni ordine e grado produce somari in gran quantità, e i geni che, nonostante la scuola, escono allo scoperto sono costretti a emigrare all'estero per fare ricerca. Il fisco, che era esoso all'inizio del governo Monti, é aumentato ancora di più. Il sistema bancario, che sta molto bene, ottiene dall'unione Europea e dal governo finanziamenti a tassi irrisori e li concede ai privati e alle imprese con utili spropositati. Le Autorità preposte al loro controllo sembrano andare con loro a braccetto.
I cittadini delle fasce medio - basse si sentono sempre più tartassati dallo Stato e insicuri dell'avvenire.
Com'é possibile che Monti abbia ancora un futuro politico? Ci farebbe più figura se tornasse alla Bocconi.
Leonardo Agate