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28/12/2012 05:46:11

Ingroia si candida a premier per gli "arancioni". Domani l'annuncio. Grasso con il Pd

Grasso si è presentato ai giornalisti nella sua nuova veste: "E' stata una decisione sofferta e radicale. Ho fatto il magistrato, credo, con dignità. E mai all'ombra del potere. Per una questione di stile ho chiesto di non candidarmi in Sicilia, la mia terra. E mi dispiace perché vorrei poterla aiutare". A una domanda su possibili incarichi di governo in un esecutivo del centrosinistra, Grasso ha risposto: "Non mi pongo il problema di diventare ministro. Porto avanti le mie idee".

"Ho deciso di candidarmi anche per il mio nipotino - ha detto il procuratore - mi chiedo che futuro avrà". Una domanda, che non poteva mancare, su un rapporto futuribile con Antonio Ingroia, anche lui candidato a un posto in Parlamento. "Ingroia è un collega valoroso - ha detto il procuratore - io ho sempre difeso i magistrati antimafia. Sono pronto al confronto con tutti".
 

09,15 - Ecco cosa scrivono oggi i giornalisti de La Repubblica Salvo Palazzolo ed Enrico Bellavia sul futuro politico di Grasso come Ministro degli Interni o della Giustizia del possibile governo Bersani:

Negli ultimi giorni, Piero Grasso l’ha ripetuto spesso agli amici più cari: «Devo completare il lavoro che Giovanni aveva iniziato a Roma e mettere mano alla legislazione antimafia, una volta e per tutte. Sarà il primo passo per una riforma organica della giustizia ». C’era anche Grasso con Giovanni Falcone al ministero della Giustizia in quella primavera del
‘92, ma il tritolo di Cosa nostra arrivò prima di qualsiasi progetto di riforma antimafia. Vent’anni dopo, il procuratore nazionale Piero Grasso ha deciso che per lui è venuto il momento di riaprire l’agenda Falcone dall’interno del Palazzo. Quell’agenda contiene ancora tante idee di grande attualità per migliorare il sistema giustizia: «Non sono iscritto ad alcun partito — ha confidato a un amico — ma adesso ho deciso di fare un percorso con chi mi garantisce che certi temi saranno all’ordine del giorno e che le riforme vere si faranno».
Qualche settimana fa, Pierluigi Bersani e Piero Grasso hanno parlato a lungo di giustizia: il procuratore era reduce da uno dei suoi viaggi in giro per il mondo, per conto dell’Onu aveva illustrato il modello antimafia italiano a magistrati e governanti del Sud America. «Ma noi sappiamo che si può fare di più», ha detto Grasso a Bersani. E così è iniziato un lungo scambio di idee fra il procuratore nazionale e il segretario del Pd. Fino alla svolta dei giorni scorsi, quando Grasso ha accettato la proposta di candidarsi come capolista al Senato per il Partito democratico. Dopo le elezioni, il magistrato siciliano potrebbe diventare ministro della Giustizia o dell’Interno. Al momento, sono partite due richieste al Csm: Grasso ha presentato non solo un’istanza di aspettativa elettorale, ma anche una domanda di pensionamento anticipato, a partire dalla fine di febbraio. «Dimissioni irrevocabili», precisano ambienti molto vicini al procuratore, che avrebbe potuto restare in servizio fino al gennaio 2020.
Sono stati giorni parecchio travagliati, se non sofferti, per il magistrato che da sette anni guida la procura antimafia, dopo aver diretto la procura di Palermo. Il primo gennaio compirà 68 anni, dei quali 43 passati in magistratura. A un amico ha raccontato che la stessa trepidazione provò nei giorni in cui gli offrirono di fare il giudice a latere del primo maxiprocesso a Cosa nostra. Tanti altri si erano tirati indietro. Neanche dieci anni dopo, Riina voleva far saltare in aria anche lui, dopo Falcone. «Mi ritengo un uomo fortunato», continua a scherzare Grasso ogni volta che rievoca i racconti dei pentiti che avevano già iniziato a pedinarlo. «Ironia della sorte, in questo momento mi sento come uno di quei mafiosi che tante volte ho convinto a parlare — ha detto sorridendo a un amico — dentro sento un vero e proprio maceramento, perché c’è da passare da un mondo all’altro. Alla fine, come sempre, metterò la mia faccia su tutte le mie scelte». L’ultimo pentito che Grasso ha convinto a saltare il fosso è stato Gaspare Spatuzza, che sta riscrivendo la verità sulle stragi del ‘92.
Dunque, Grasso sarà capolista al Senato per il Pd. Probabilmente, in Lombardia. Sembra esclusa la Sicilia. Questa condizione avrebbe posto il magistrato: «Ho diretto la Procura di Palermo, non posso trasformare i miei amministrati in antagonisti politici ». Il procuratore avrebbe avanzato anche un’altra condizione: «Conoscere i nomi che saranno in corsa alle primarie».
Lui che è considerato un socialista vecchio stampo per tradizione familiare e mai craxiano è stato anche consulente di un presidente della commissione antimafia del Pci, Gerardo Chiaromonte. Grasso si è sempre definito un «tecnico», e soprattutto «un magistrato libero di parlare da tecnico». Qualche mese fa, rimase parecchio amareggiato per le polemiche sorte dopo una sua intervista: ai microfoni della “Zanzara” di Radio 24 aveva detto che durante il governo Berlusconi erano aumentati i sequestri di beni mafiosi, per via di alcuni interventi legislativi. «Per questo darei un premio a Berlusconi», aveva dichiarato Grasso. Finendo sotto un fuoco di fila di critiche. «Ma il governo Berlusconi l’ho bocciato senza appello su altri fronti — spiegò in quei giorni ad amici e colleghi — basta ascoltare il seguito dell’intervista: avevo chiesto norme anticorruzione e antiriciclaggio, stiamo ancora aspettando ». In quell’intervista, Grasso parlò anche di Ingroia: «Fa politica, utilizzando la sua funzione, è sbagliato. Come ha sbagliato ad andare a parlare dal palco di un congresso di partito. Deve scegliere. E per me è tagliatissimo per fare politica». Ma prima è arrivato Grasso, con la sua domanda di dimissioni dalla magistratura.

08,00 - L’annuncio ci sarà solo domani,  29 Dicembre,  «quando anche gli ultimi tasselli saranno andati  a posto nella notte del 28».

Compreso il nome della lista che dovrà essere il «grande contenitore della società civile che non vuole stare nè con Berlusconi, nè con Monti».Lascaletta di Antonio Ingroia è già segnata: ecco perchè, l’annuncio della candidatura a premier alla prossime politiche, è solo una tappa.
«Avevo posto una serie di condizioni ed alcune di queste si sono verificate. Ci sono stati passi significativi da parte della società civile, ho visto quelli che io chiamo ”passi incontro” da parte dei partiti e della società civile che credono nel nostro progetto. Ma ho anche visto i passi indietro che avevo chiesto».
Ingroia si riferisce alla  dichiarazione di Di Pietro di rinunciare al simbolo dell’Idv: «Io immagino una prima linea fatta dalla società civile e una seconda linea fatta dai partiti». Rispetto alle critiche di Grillo che dice che Ingroia  ”sta facendo la foglia di fico” il magistrato risponde: «Credo che quello di Grillo sia stato un modo affettuoso e amichevole per mettermi in guardia, appunto, di stare attento a non fare la foglia di fico nei confronti del vecchio modo di far politica. Io penso che con Grillo possiamo fare tante battaglie comuni».
Ingroia ragiona già da leader politico e tende la mano a Bersani, per un cartello elettorale: «Non è un appello per fare semplici accordi elettorali, non abbiamo bisogno di farli. Io credo che ci sono tanti punti in contatto tra noi e il Pd. Tra i nostri dieci punti programmatici e quelli loro. Io ho stima personale di Bersani,una persona seria e capace. Da parte mia non ci sono pregiudizi di sorta, spero che non ci siano da parte loro. Se leggo la storia politica di chi ha vinto le primarie del Pd, cioè Bersani, e ascolto il popolo dei democratici che ho incontrato tante volte, trovo molti più punti di contatti con noi che non con chi sostiene
l’agenda Monti. Il Pd ha commesso un errore sostenendo Monti e le sue politiche neo liberiste. Dopo i governi Berlusconi e Monti gli italiani sono solo più poveri».
Ingroia ha le idee chiare su cosa devono fare i parlamentari "arancioni":«Vogliamo essere decisivi per rendere i nostri dieci punti programmatici non un libro dei sogni ma cose concrete. Il Paese non si cambia con una piccola forza e noi abbiamo costruito un programma di governo».
Molto duro è Ingroia su Monti: "Ha tagliato indiscriminatamente le spese e appesantito a dismisura le tasse.Non ha liberato le imprese dai lacciuoli della burocrazia,
non ha garantito i diritti alle fasce deboli del Paese e non ha favorito l’iniziativa economica privata. Serve invece, una politica di incentivi ma,soprattutto, la legalità. Oggi mafia e corruzione sono una palla al piede per le imprese».

GRASSO. Il procuratore antimafia Pietro Grasso si candida con il Pd. Oggi la decisione del procuratore nazionale antimafia sarà formalizzata nel corso di una conferenza stampa alla quale interverrà - come ha anche confermato su Twitter - Pierluigi Bersani alle 11,30 a Roma nella sede del partito. Ieri Grasso aveva presentato al Csm la richiesta di aspettativa elettorale.  "Io in politica? Mai dire mai...", aveva detto nei primi giorni del gennaio di quest'anno il Procuratore nazionale antimafia a margine della commemorazione di Piersanti Mattarella a Palermo. "Non guardo a un'eventuale esperienza politica sotto forma di schieramento con un partito, cosa che è estranea al mio ruolo, alla mia funzione e alla mia cultura. Penserei piuttosto a quella che ho definito 'una lista civica nazionale'", aveva poi detto ancora il magistrato che adesso, invece, ha cambiato idea. Ad aprile era stato 'corteggiato' da tanti partiti per l'elezione a sindaco di Palermo, così come lo scorso autunno per le elezioni come nuovo Presidente della Regione siciliana. Lo avevano chiesto sia il Pd di Antonello Cracolici e di Giuseppe Lumia, che l'Idv di Leoluca Orlando. Ma Grasso aveva detto sempre no. Le cose sono cambiate. Ad averlo avvicinato per la prossima tornata elettorale, oltre al Pd, sarebbero stati in questi giorni diversi 'montiani'. La scelta è fatta e oggi sarà formalizzata, ed è plausibile che Grasso diventi capolista in Lombardia. In caso di vittoria potrebbe essere preso in considerazione come ministro dell'Interno o presidente della Commissione antimafia. Per la carica che ricopre attualmente si fa con insistenza il nome del procuratore capo di Salerno, Franco Roberti.

La richiesta avanzata da Grasso come tutte le domande di aspettativa per motivi elettorali che giungeranno nel corso delle festività saranno valutate dalla quarta commissione consiliare del Csm, competente in materia, nella mattinata di lunedì 7 gennaio. Il plenum dell'organo di autogoverno, convocato in sessione straordinaria vista l'urgenza degli adempimenti elettorali connessi, le valuterà nella stessa giornata del 7 gennaio, a partire dalle ore 18.