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28/12/2012 18:42:24

Valentina Colli si dimette da coordinatrice del circolo "Danilo Dolci" di Sel a Trapani

Questa sofferta decisione è motivata da una divergenza rispetto alla linea politica assunta dal partito stesso, maturata nel corso di questi ultimi mesi, alla luce anche delle appena trascorse primarie di coalizione, che ho portato a termine per senso di responsabilità nei confronti del partito pur non condividendole in pieno. Con le primarie si affrontava un importante ed impegnativo banco di prova. Queste ultime, infatti, avrebbero dovuto segnare un punto di ripartenza e di costruzione del partito in una nuova prospettiva: poiché SEL si è rivelato segnatamente l'ago della bilancia in questa competizione, avrebbe dovuto aprire un confronto programmatico nei confronti del PD insieme all’intera sinistra espressione dei movimenti sociali, rafforzando in tal modo non solo la sua posizione nei confronti del Pd stesso, ma anche la sua autorevolezza nel campo della sinistra radicale. Queste Primarie dovevano segnare il superamento in positivo della divisione delle "due sinistre" verso una loro ricomposizione in una sinistra più grande e attrattiva, che potesse elaborare una proposta per fare uscire il paese dalla crisi senza un massacro sociale: in realtà, a mio avviso, c'è stato come un raggelarsi di fronte alle trasformazioni del panorama politico, un indebolimento dell'autonomia di SEL che, concentrando ogni sforzo sulla competizione elettorale, si ritrova oggi nel cono d’ombra dell’iniziativa del Pd. Io credo si debba costruire una nuova proposta politica veramente progressista, dal forte carattere europeista, consapevole della necessità di una modifica radicale dei trattati che attualmente regolano la vita della Ue, che sono la principale ragione del suo stato di crisi e di sofferenza. Ed una proposta di questo genere, si ricostruisce dalla ricomposizione della sinistra radicale con la sinistra diffusa: quella che è stata protagonista delle lotte più significative come i referendum sull’acqua e il nucleare, quella che è delusa dalle politiche liberali e si connota invece come socialdemocratica.
Per questi motivi e per la mia vicinanza ideologica e politica al Partito della Rifondazione Comunista, ho deciso di aderire al movimento “Cambiare si può”, perchè fermamente convinta che, se si vuole davvero segnare un cambiamento di passo negli scenari politici locali, dove in primo luogo agiamo, non si possa restare alla finestra a guardare: non oggi, quando è urgente l'impegno di ciascuno nella partecipazione alla vita pubblica del nostro Paese, della nostra Città. Non è il tempo delle esitazioni, ma piuttosto delle decisioni e delle azioni: coraggiose e drastiche, se serve, per avviare una rivoluzione culturale che, passando per la politica, diventi una rivoluzione sociale.
Io credo che le idee degli uomini viaggino sulle loro gambe, evolvano nella lettura dei tempi, ma restino fondamentalmente solide: sono piuttosto i partiti a trasformarsi, fisiologicamente. Per questo può succedere di non riconoscervisi più, pur continuando a rispettare l'impegno, le idee e le capacità indubbie di tanti compagni e dirigenti con cui si è condiviso un percorso che, oggi, prende strade diverse nei metodi, ma non nell'obiettivo, che resta quello di rendere migliore il nostro Paese".


Valentina Coll